Boyhood, il film girato in 12 anni che racconta
la crescita di un bambino fino all'età adulta

Boyhood, il film girato in 12 anni che racconta ​la crescita di un bambino fino all'età adulta

di Michela Greco
La vita di un ragazzo dall'infanzia (a 6 anni) all'età adulta (i 18), senza trucchi. Ovvero senza cambio di attori, make up o effetti speciali: semplicemente un bambino che è anche un attore (o viceversa) e che cresce davanti alla macchina da presa osservato da un regista geniale e circondato da una famiglia "finta", per raccontare la storia della sua evoluzione.





È il miracolo compiuto da Richard Linklater (già autore della trilogia Prima dell'alba, Prima del tramonto e Before Midnight) con Boyhood, girato un po' per volta nell'arco di 12 anni cogliendo Ellar Coltrane attraverso l'adolescenza, le tempeste familiari e i turbamenti sentimentali. E affidandogli come genitori Ethan Hawke e Patricia Arquette, interpreti di una storia di finzione che sullo schermo diventa pura verità, succo di esistenza.



La magia di Boyhood, che riflette – commuovendo - sul senso del tempo, le aspettative, le frustrazioni, lo scarto tra speranza e realtà, sta proprio nel rendere invisibile l'artificio della messinscena e restituire l'emozione della vita che scorre attraverso piccoli, ma non insignificanti, momenti. Un risultato ottenuto ritrovandosi tutti sul set ogni anno per 3-4 giorni.

«È stato come fare un grande atto di fede verso il futuro - aveva spiegato Linklater, in concorso al Festival di Berlino - inevitabilmente ci sarebbero stati cambiamenti fisici ed emotivi. Ero sempre attento a rimanere fedele all'idea originale del progetto e alla realtà dei cambiamenti che avrebbero subìto gli attori lungo la strada. Il film è il frutto di una collaborazione con il tempo; e il tempo stesso a sua volta può diventare un ottimo collaboratore, sebbene non sempre prevedibile».



Di sicuro un ottimo collaboratore è stato il protagonista Ellar Coltrane, con i suoi occhioni azzurri spalancati sul mondo con stupore. Una via di mezzo tra cavia di un esperimento artistico ed eroe di un'epopea esistenziale: «Sono grato del fatto di non essere apparso subito sugli schermi. Penso di esser più pronto ora che all'inizio di questo processo», aveva detto. Pronto o meno, Coltrane ha prestato la genuinità dei suoi anni infantili alla poesia di un grande affresco cinematografico, maestoso e intimo allo stesso tempo. Indimenticabile.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Ottobre 2014, 10:52
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