È il miracolo compiuto da Richard Linklater (già autore della trilogia Prima dell'alba, Prima del tramonto e Before Midnight) con Boyhood, girato un po' per volta nell'arco di 12 anni cogliendo Ellar Coltrane attraverso l'adolescenza, le tempeste familiari e i turbamenti sentimentali. E affidandogli come genitori Ethan Hawke e Patricia Arquette, interpreti di una storia di finzione che sullo schermo diventa pura verità, succo di esistenza.
La magia di Boyhood, che riflette – commuovendo - sul senso del tempo, le aspettative, le frustrazioni, lo scarto tra speranza e realtà, sta proprio nel rendere invisibile l'artificio della messinscena e restituire l'emozione della vita che scorre attraverso piccoli, ma non insignificanti, momenti. Un risultato ottenuto ritrovandosi tutti sul set ogni anno per 3-4 giorni.
Di sicuro un ottimo collaboratore è stato il protagonista Ellar Coltrane, con i suoi occhioni azzurri spalancati sul mondo con stupore. Una via di mezzo tra cavia di un esperimento artistico ed eroe di un'epopea esistenziale: «Sono grato del fatto di non essere apparso subito sugli schermi. Penso di esser più pronto ora che all'inizio di questo processo», aveva detto. Pronto o meno, Coltrane ha prestato la genuinità dei suoi anni infantili alla poesia di un grande affresco cinematografico, maestoso e intimo allo stesso tempo. Indimenticabile.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Ottobre 2014, 10:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout