Marta Bergman: «Pamela, la mia eroina Rom, una storia di libertà al femminile»

Marta Bergman: «Pamela, la mia eroina Rom, una storia di libertà al femminile»

di Michela Greco
E' una storia di libertà quella di Pamela (Alina Serban) una ragazza Rom che vive con sua nonna e la sua bimbetta in un villaggio in Romania, ma scalpita per sfuggire a un destino già segnato. La stessa libertà che la regista Marta Bergman ha infuso in Sola al mio matrimonio – suo primo film di finzione dopo diversi documentari immersi nella cultura Rom, in sala dal 5 marzo – deviando dal prevedibile a ogni passo del percorso di questa donna determinata a emanciparsi. Un uomo belga conosciuto grazie a un’agenzia matrimoniale (Tom Vermeir) è la via di fuga che Pamela vede davanti a sé e la imbocca lanciandosi nel futuro senza paracadute. E senza la figlia, che lascia con dolore – spera momentaneamente - per costruirsi una nuova vita.

Da che suggestione nasce la storia di Pamela?
«È stato un processo intuitivo innescato grazie alle persone che avevo incontrato girando i miei documentari. C’era una scena nel mio ultimo documentario in cui una donna partiva, probabilmente per andare a prostituirsi, e in un altro mio lavoro parlavo di agenzie matrimoniali: ho mescolato le cose con la voglia di continuare a raccontare quei mondi senza dipendere dal reale».

Le comunità Rom sono un territorio prediletto di ricerca per lei...
«Non volevo fare un film sulla comunità Rom, ma su una donna. L’essere Rom fa parte dell’identità di Pamela, ma non poso su lei uno sguardo etnico o folkloristico: mi interessava la sua spontaneità, la sua insolenza».

Ogni personaggio ha moltissime sfumature, anche contraddittorie.
«Ho cercato di spiazzare. Ho lavorato molto, ad esempio, su Bruno, il promesso sposo: ha un’interiorità fragile ma allo stesso tempo porta qualcosa di cupo, di inquietante».

Il film è parlato in diverse lingue, è stato difficile gestire questo aspetto?
«Ci siamo tutti saldati intorno a Pamela, il nostro personaggio magico. Alina ha imparato il francese insieme al suo personaggio: la storia del set si mescolava con la storia vera».

Ha già una storia per il prossimo film?
«Parlerò di migrazioni, di come si può cambiare il proprio destino mettendosi in viaggio. È la mia ossessione».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Febbraio 2020, 07:57
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