Lynne Ramsay e Joaquin Phoenix a Roma per presentare "A beautiful day"

Lynne Ramsay e Joaquin Phoenix a Roma per presentare "A beautiful day"

di Alessandra De Tommasi
La regista Lynne Ramsay farà tappa nella Capitale, domani 27 aprile, per presentare A beautiful day insieme al protagonista, Joaquin Phoenix. Con questo film entrambi hanno vinto a Cannes, rispettivamente come miglior protagonista maschile e sceneggiatura. La 48enne scozzese ha messo in scena - come ha raccontato a Leggo al Festival di Dubai - un family drama che fa leva su una delle paure più inconfessabili di un genitore, la scomparsa di un figlio. Il filone, floridissimo sia su grande che sul piccolo schermo, rispecchia il senso di incertezza globale dei nostri giorni. Nella pellicola Phoenix è Joe, ex agente FBI impegnato a liberare donne ridotte in schiavitù sessuale. Dovrà occuparsi del rapimento di Nina, figlia di un politico influente: l’evento riapre in lui ferite mai sanate.

Cosa l’ha colpita di Joe?
«Non è il classico eroe con la tartaruga, vive con la madre e riesce a malapena a salvare se stesso dai demoni del passato. La mascolinità che Joaquin mette in scena fugge da ogni stereotipo e si svincola anche dal romanzo di Jonathan Ames da cui è tratta la storia».

Come ha approcciato questo ruolo?
«Joaquin ha preso questo progetto molto a cuore, ha iniziato a prepararsi sei settimane prima delle riprese. Non succede quasi mai di vedere un impegno tale. È arrivato sul set già cambiato, si muoveva diversamente, respirava in maniera strana. Joe ha una sensibilità quasi femminile, ma resta brutale». 

Lei di cosa ha paura?
«Guardati intorno: viviamo in un mondo corrotto senza facili soluzioni. Sembra che la violenza ci stritoli e non si plachi mai, ma io non sono una che se ne sta a guardare con le mani in mano. Se vedo un problema mi alzo in piedi e combatte».

In cosa ha fiducia?
«Nella politica perché il momento è davvero drammatico. Sono la mamma di una bambina di tre anni che sa di affidarle un mondo a pezzi. Le donne sono mercificate. Pensavamo che il femminismo Anni ’70 avesse cambiato le cose? Ci sbagliavamo».

​In tv le persone scomparse si moltiplicano: è una coincidenza?
«No, questo film è stato prodotto da Amazon Studios, una piattaforma ideale per mettere in scena storie coraggiose. Non mi stupisce che il terrore di perdere chi si ama dilaghi al cinema come in tv. Gli artisti esorcizzano i propri fantasmi rappresentandoli».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Aprile 2018, 11:12
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