Badabook, il nuovo horror psicologico
pronto a sbancare i botteghini

Badabook, il nuovo horror psicologico ​pronto a sbancare i botteghini

di Michela Greco
ROMA - Il più alto incasso per copia (2.600 euro) nella caldissima settimana dal 15 al 19 luglio, in cui ha raccolto oltre 610mila euro: Babadook, horror d'esordio dell'australiana Jennifer Kent, si è imposto al Sundance e ora ha trascinato nelle nostre sale un pubblico in cerca di raffinati brividi di paura.





Per descrivere la sottile ansia prodotta da questo racconto che riporta in auge la figura dell'"uomo nero", un'entità maligna che tiene in trappola una famiglia manifestandosi in modi inquietanti, si è speso addirittura il nome di Roman Polanski, maestro di tensione psicologica con capisaldi come Rosemary's Baby e L'inquilino del terzo piano.



Di certo, la carta vincente di Babadook sta nell'intelligente lavoro sull'emergere di profonde paure psicanalitiche: i veri mostri, in questa casa abitata da una angosciata vedova e dal suo fragile figlioletto, sono la minaccia mentale di un lutto non elaborato e il senso di inadeguatezza di una mamma abbandonata a se stessa.



Una paura più "intellettuale" rispetto a quella proposta dalle numerose saghe splatter horror degli ultimi anni, ma comunque piuttosto frequentata al cinema. Come in It Follows, visto (come Babadook) al Festival di Torino e non ancora uscito in sala: geniale ingranaggio del terrore e potente metafora in cui l'atto sessuale è lo strumento per trasmettere il virus di una presenza maligna che perseguita solo chi l'ha contratto.



Lasciami entrare (nella versione svedese del 2008 e nel remake Usa del 2010) propone una variante psicologica del tema dei vampiri, mentre con Shutter Island (2010) Martin Scorsese ha messo DiCaprio al centro di un vortice di paura e Il sesto senso (1999) ha allontanato temporaneamente Bruce Willis dal suo profilo action. La fuga di Martha (2011) intrappolava invece Elisabeth Olsen nella paranoia di una setta religiosa e Il cigno nero (2010) di Darren Aronofsky materializzava l'incubo del doppio e della competitività ossessiva. Ma se si cerca un horror psicologico "d'annata", oltre alle perle di Roman Polanski e ai capolavori di Hitchcock, vale la pena tornare indietro fino al 1955 e rabbrividire con I diabolici di Henri-Georges Clouzot.
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Luglio 2015, 08:50
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