Ambra: «Noi, Brave ragazze e rapinatrici nei ruggenti 80»

Ambra: «Noi, Brave ragazze e rapinatrici nei ruggenti 80»

di Michela Greco
ROMA - "Io non racconto fiabe, il lieto fine mi è sempre sembrata la parte più noiosa delle favole. 'E vissero felici e contenti' mi mette addosso una sensazione di malessere, come se fosse finito tutto". Parola di Ambra Angiolini, che dal 10 ottobre al cinema, in Brave ragazze di Michela Andreozzi, è tra le protagoniste di un racconto tra dramma, action e commedia ispirato a un fatto di cronaca. Una vicenda avvenuta negli anni '80 nella provincia francese, quando quattro donne sopraffatte dalle difficoltà economiche rapinarono diverse banche della zona travestendosi da uomini. Una storia – portata sullo schermo anche da Ilenia Pastorelli, Silvia D'Amico, Serena Rossi e Luca Argentero – che la dice lunga sulle questioni di genere (erano insospettabili in quanto donne) e sull'urgenza di agire, a ogni costo e in qualunque modo, quando si è disperate. Ambra Angiolini è Anna, ragazza madre di due figli che non "racconta fiabe" perché, semplicemente, la sua quotidianità è sempre una lotta.

Brave ragazze è un'immersione negli anni '80, che effetto le ha fatto?
Sono nata nel '77, quegli anni li ho vissuti e mi sono piaciuti un sacco. Avevo due fratelli di 8 e 10 anni più grandi di me e i loro poster erano per forza di cose anche i miei. C'erano i Duran Duran, Madonna, gli Spandau Ballet. Sono figlia di quegli anni lì più che degli anni '90, quando già lavoravo e avevo a che fare con gli avvocati, i contratti, le querele. Negli '80 ero ancora una ragazzina vera, sana.

Lavorò con Michela Andreozzi proprio a Non è la Rai...
Lei era in redazione e prestava la voce a noi ragazze: ero ammirata dalla sua creatività, già allora si vedeva che era un vulcano, cantava, scriveva, ci gestiva. Quando ho visto il percorso che ha fatto mi sono sentita meno sola: l'ho vista rischiarsela varie volte in vari generi e contesti e ho pensato che allora non sono proprio matta e che c'è qualcun altra che cammina come me.

Cosa le piace di più di Brave ragazze?
Il fatto che sia un film gentile, cosa rara di questi tempi. Si possono raccontare con intenti positivi anche fatti negativi e noi abbiamo narrato fatti scomodi in un modo educato.

Pensa che una forma di rivolta alla Robin Hood sia necessaria ogni tanto?
Più che rubare ai ricchi per dare ai poveri io mi privo di quello che ho in eccesso per darlo ad altri. Posso farlo in quanto persona più piazzata di altre a livello economico e sociale. Il consiglio che do è: rubate a voi stessi, se ne avete in più, e date ad altri.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 4 Ottobre 2019, 08:28
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