Alien fa 40 anni: «Quel mostro nella pancia era un monito agli uomini»
di Michela Greco
Alien apre infatti una finestra sull’inconscio collettivo degli anni 70 alludendo al maschilismo, alla lotta di classe (i membri dell’equipaggio dell’astronave sono dei blue-collars, la classe operaia dello spazio) e alla ribellione delle donne oppresse, con il leggendario tenente Ripley – interpretato da Sigourney Weaver nel suo ruolo più iconico – che si prende la parte dell’eroina.
Pur essendo molto anticipatore, allo stesso tempo «Alien è un film molto più legato al nostro antico passato che non al futuro lontano – dice il regista – perché attinge da una lunga serie di miti». Attraverso molti materiali inediti dello sceneggiatore Dan O’Bannon, Memory mette quindi in fila tutte le ispirazioni che hanno generato Alien: dalla mitologia greca ed egizia – soprattutto i loro demoni - a fumetti underground come Seeds of Jupiter, dalle opere di H.P. Lovecraft alle creazioni del designer H. R. Giger.
Fino all’esperienza personale di O’Bannon, che era affetto dal morbo di Crohn, malattia che aveva iniziato a divorarlo. Ricchissimo di informazioni e testimonianze, per la gioia degli appassionati il doc si sofferma sul dietro le quinte della celeberrima scena del chestburster (tradotto “spaccapetto” in italiano, il mostro alieno che schizza fuori dalla pancia di Kane/John Hurt), approfondendo il lavoro degli attori e di chi, procedendo per approssimazione, costruì la creatura ispirandosi a un trittico di Francis Bacon. È rimasta una delle sequenze più scioccanti della storia del cinema, quella in cui le peggiori paure prendono corpo. Per di più nello spazio, dove nessuno può sentirti urlare.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Novembre 2019, 08:26
© RIPRODUZIONE RISERVATA