Alessandro Roia: «Altrimenti ci arrabbiamo? Noi come Bud Spencer e Terence Hill, un omaggio alla spensieratezza»

Alessandro Roia: «Altrimenti ci arrabbiamo? Noi come Bud Spencer e Terence Hill, un omaggio alla spensieratezza»

di Michela Greco

ROMA - Per chi abbia superato i quarant’anni (e, forse, non solo), bastano poche note degli Oliver Onions per rituffarsi in un mondo di scazzottate innocue e action fumettistico. Molti anni dopo quel 1974 in cui arrivò al cinema “Altrimenti ci arrabbiamo!”, Edoardo Pesce e Alessandro Roia rievocano Bud Spencer e Terence Hill, mentre Federico Zampaglione reinterpreta il brano cult “Dune Baggy” in una nuova commedia, dallo stesso titolo, al cinema da domani.

Qui Carezza (Pesce) e Sorriso (Roia), cresciuti insieme, devono mettere da parte la loro bonaria conflittualità in nome della mitica automobile rossa, difendendosi dall’avido Torsillo (Christian De Sica) e alleandosi con Miriam (Alessandra Mastronardi) in una storia che, come quella originale, è adatta ai bambini. Ma, avverte Roia, «non abbiamo voluto rifare quel film, questo è un omaggio a quei tempi, a quel cinema, a quel linguaggio, riproposto meravigliosamente da YouNuts».


Quando uscì il film originale lei non era ancora nato. Cos’è per lei “Altrimenti ci arrabbiamo”?
«Ero piccolino e ricordo soprattutto la spensieratezza di un mondo che non c’è più. Quel film l’ho recuperato nel tempo a pezzetti, poi l’ho rivisto più consapevolmente da adulto, vivendolo come una parentesi di relax e intrattenimento».


È un modo per portare quel mondo ai giovani di oggi?
«Sì, abbiamo creato un ponte con le nuove generazioni, partendo dalla Dune Baggy, passando per il motivetto cult del film e per le risse innocue. È come se ci fossimo messi dentro un tempo-non tempo, dentro un fumetto, con lo spirito leggero di un film da godere mentre si sgranocchiano i popcorn».


Per il suo personaggio scatta inevitabile il confronto con Terence Hill...
«Ma non ho sentito il bisogno di apparentarmi in nessun modo a lui, avrebbe significato scimmiottare un personaggio mitico.

Abbiamo cercato invece di prendere degli atomi dell’essenza dei loro personaggi, per restituirgli con amore qualcosa di quello che ci hanno regalato».


Come se l’è cavata con tutte quelle scazzottate?
«Abbiamo lavorato tanto con il team di stunt Novelli, siamo riusciti a creare una partitura all’interno della quale muoverci con gli stunt professionisti. La parte più divertente da girare è stata la mega rissa finale: un’intera giornata di set dedicata solo ai cazzotti. Un modo per tornare bambino».


So che recentemente ha deciso di dedicarsi a progetti più personali…
«Sì, voglio scrivere la mia storia. Dalla fine di questo film, l’estate scorsa, ho detto tanti no, anche prendendo un grosso rischio, perché sto cercando di avere un approccio più autoriale, infatti ho anche ideato una serie. Mi interessa esplorare territori diversi e vari aspetti del mondo del cinema, che adoro. Se avessi potuto, avrei fatto tutti i corsi del Centro Sperimentale, da fotografia a sceneggiatura, da costumi a produzione».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Marzo 2022, 12:50
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