Al Sitges Festival la Zombi Walk di Romero

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di Ilaria Ravarino
Sette litri di sangue, 400 zombi, meno di otto ore di tempo e 15 persone impegnate a trasformare una tranquilla città della Catalogna nel punto di partenza di un’apocalisse zombi. Arrivata al suo undicesimo anno di età, la Zombi Walk del Sitges Film Festival ha coinvolto nella notte tra il 6 e il 7 ottobre più di 1000 persone - 400 delle quali truccate gratuitamente, nel corso della mattina, dai 15 make up artist presenti in città - che hanno sfilato, travestite da morti viventi, per i vicoli del centro. 



Inaugurata nella sua prima edizione dal padre dell’horror George Romero, la Zombi Walk 2018 ha avuto come padrino l’attore Ron Perlman (La bella e la bestia, Alien: La clonazione), che ha annunciato poco dopo il tramonto l’inizio della marcia: “Abbiamo iniziato undici anni fa, eravamo in tre. Organizzavamo piccoli eventi horror a Barcellona, quando abbiamo avuto l’idea di fare una marcia zombi a Sitges ci aspettavamo una cinquantina di persone. Ne arrivarono 150”, racconta uno degli organizzatori, l’attore e make up artist Marc Velasco. “George Romero ci fece una sola raccomandazione: ci disse di ricordarci sempre che gli zombi non corrono, camminano”.



Aperta a tutti, adulti e bambini, la marcia coinvolge le vie del centro città (dalla Ermita de San Sebastian fino alla playa de la Fragata), prosegue per circa due ore e si conclude, tradizionalmente, con un concerto, aperto quest’anno dai Motorzombies, pionieri dello psichobilly horror rock. 

Nato nei primi anni 2000 negli Stati Uniti, e favorito dal successo mainstream di videogame, film e serie a tema zombi (da Resident Evil a 28 giorni dopo,Zombieland, The Walking Dead), il fenomeno delle zombi walk si è diffuso negli anni nel resto del mondo, conquistando popolarità anche in Europa: il record mondiale di presenze, del 2013, appartiene pero al Cile, con 15.000 zombi chiamati a raccolta a Santiago.

A Sitges, che nei giorni del festival accoglie una media di circa 200.000 visitatori, la presenza zombi si attesta ormai su un migliaio di non morti, ordinatamente incanalati negli stretti vicoli del paese. Il rischio terrorismo, da queste parti, non è preso in considerazione: “Non è un evento sportivo, non è politico, la religione non c’entra: è solo divertimento - dice Velasco - e poi, probabilmente, è un evento troppo freak anche per i terroristi”.
Ultimo aggiornamento: Domenica 7 Ottobre 2018, 16:28
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