Nonno e la pipì del soldato

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di Nancy Brilli

Ne parlavano i grandi autori russi, dei piccoli poteri. Ne parlava Gogol. Pure Nonno Sandro racconta di quando faceva il militare. Erano in due, quella volta, lui e un bassetto. Stesso infimo grado, stanno fermi nella guardiola a creparsi di freddo. Il capitano, appena uscito dal gabinetto, andandosene si accorge di essersi portato appresso la chiave, e la lancia distrattamente allo gnappetto, dicendo: «Tieni, pensaci tu, è la chiave del cesso».

E se ne va. Passa un po' di tempo, e a Nonno Sandro scappa la pipì. A quel punto si rivolge all'altro chiedendogli la chiave. Quello però inaspettatamente gliela nega. Nonno Sandro insiste. Quello niente. E più al nonno scappa, più quello ci gode a non dargliela. Purtroppo questi meschinetti capita di incontrarli, e se fino a quel momento non contavano un cispolo tanto quanto te, col potere della chiave del cesso si laureano personaggi importanti, tutti contentucci, malignamente soddisfatti di averti creato un problema. Ah, che tristezza la pochezza del qualsiasi sotto vice capufficio. Siamo proprio tutti figli del Cappotto di Gogol. Ah, questo non lo dice Nonno. Lo dice Dostoevskij.
(brillisevuoi@leggo.it)


Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Settembre 2021, 11:45
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