Nancy Brilli su Leggo: «Il candore del telespettatore»

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Belle che sono le tifoserie agguerrite, le levate di scudi a prescindere, quanto scrivere, quanto dire! È stata in effetti una settimana di militanze anti e pro, e naturalmente si sta parlando non di vita o di morte, ma della Kermesse. Con la Gara Canora tutto si ferma, la popolazione semper-adversa si erge impettita, quella usquam-pro si prepara all'impatto.

I palcoscenici degli spettacoli comuni si illuminano. Quello della Gara acceca, sfavilla, risplende. Urla magawatt. E dopo la sigla in eurovisione, partono i commenti di tutti, argomentando in ordine di importanza. Si disserta sull'outfit, poi sul make up, poi sul capello, sulla messimpiega, sulle movenze, i vezzi, la presenza scenica, poi sulle coconduttrici, o vallette, o quel che è nel corrente anno.

Poi, alla fin fine, sulla canzone. Un tripudio di pareri scuote mass media, etere e rete, come se fosse vero, come fosse reale. Ci si dimentica che, sopra a tutti, lavorano schiere di professionisti che, con dovuta freddezza e scaltra precisione organizzano tutto l'ambaaradam. Che candore, il telespettatore. Che tenerezza. Visti i tempi, non l'avrei mai detto.


(brillisevuoi@leggo.it)

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Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Febbraio 2022, 11:43
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