Avete un direttore cattivo? Ecco come reagire (in due mosse)

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Davide ha un direttore che è proprio il peggio, col sorrisino gli dice in faccia cose del tipo: «Potresti rischiare la tua salute, lo sai?» oppure «Potresti perdere il posto, o qualcuno a te caro!». Chiariamo, per quanto il tizio possa essere stressato, volendo anche proprio cercare di capirlo, secondo me è principalmente uno stronzo. Io mi sarei stufata di cercare le giustificazioni e le dietrologie, se uno è cattivo, lo è e basta.

Porello poraccio, di che? Tutti abbiamo i momentacci nostri, ma non per questo dobbiamo riversare badilate di schifo sugli altri. Ma qui mi si chiede una strategia d'approccio. Non volendo baggianare in giro, m'informo...

Tra i testi sull'argomento, il più accreditato pare quello del professor Sutton, che ha redatto l'esaustivo The Asshole Survival Guide.

Si basa fondamentalmente su due punti. Il primo, non farsi coinvolgere. Le parole negative hanno il valore che decidiamo noi di dargli. Calma, sangue freddo, e simpaticamente defilarsi. Il secondo, compiacersi. Se si è riusciti a gestire il punto uno, si è indiscutibilmente ganzi, coerenti e controllati. Migliaia di anni fa, si consigliava di porgere l'altra guancia, ovvero non reagire all'aggressione con l'aggressione. Fosse ciò di cui sopra, che si voleva dire?


(brillisevuoi@leggo.it)


Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Settembre 2022, 10:36
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