Nancy Brilli scrive su Leggo: «Innamorati delle disgrazie»

Nancy Brilli scrive su Leggo: «Innamorati delle disgrazie»

di Nancy Brilli

Lo avrete notato di sicuro, sui social vanno fortissimo le tragedie. Malattie gravissime, incidenti, morti improvvise sono i post maggiormente condivisi. L’ho visto, lo vedo, e mi fa impressione. Vero è che tanti personaggi conosciuti e amati sono mancati, quest’anno, ma niente come l’#rip, riposa in pace, richiama la condivisione e i like. Una volta il primato ce l’avevano i video di gattini, roba insulsa, certamente, ma almeno non inquietante. Pare che insieme all’onanistico quotidiano affaccio sulla scena dell’internet si sia moltiplicata la ricerca smodata del dramma. E’ stupefacente la solerzia con cui ci si disponga all’investigazione accurata, hai visto mai fosse sfuggito un trapassato, un terminale, un sofferente semplice. Non me ne si voglia, ma questa smania di interagire col dolore, ‘sto friccico tetro, l’irresistibilità della pulsione verso la sofferenza, se non sei Mercoledì Addams, mi preoccupa e mi sbalordisce. È in atto un vero assalto all’ultima frase pseudo poetica per condividere il cordoglio. Possibile mai che, incapaci di gioire, si sia deciso che piangere sulle altrui disgrazie rappresenti il meglio? Inizia l’anno, riflettiamo.


Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Gennaio 2023, 08:40
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