Nancy Brilli su Leggo: «Le pasticche di quelli chic»

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di Nancy Brilli
Ieri sera stavo a casa di gente, fa Luca. Io vengo dal paese e mi sentivo un po’ a disagio, era tutto così elegante e raffinato, certi tappeti che mamma mia, ci hanno pure chiesto di togliere le scarpe. Abbiamo mangiato. Abbiamo bevuto. Io, poco. Loro parecchio. Ma parecchio parecchio. Poi uno secco ha messo sul tavolo una bustina tipo di medicine colorate. Tutti hanno attinto… Fatti loro, pensavo, però quelli, già un po’ straniti, insistevano di provare, almeno una, almeno mezza di quelle verdoline, al che ho risposto grazie no, e allora hanno cominciato a sfottermi, a darmi del noioso, che barba, che palloso, che provinciale fucking boring, mi han detto, non mi facevano così. Ma così come, a cosi! Mi avete invitato, avete messo a tavola tre crocchette che non si capiva che roba era, uno gnocco di riso appiccicoso e freddo, vi ho anche portato il vino, due belle bocce, e mo’ vi sto pure sulle palle? Ho preso le scarpe mie, e me ne sono andato. Dal pianerottolo mi hanno urlato appresso una serie di bestemmie che manco mio nonno padovano. Alla faccia dei signori chic. La prossima volta…No, Luca, macché, dammi retta. La prossima volta non c’è.
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Maggio 2023, 09:16
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