Me contro te incassa ma non è cinema

Me contro te incassa ma non è cinema

di Boris Sollazzo
Me contro te il Film: la vendetta del signor S è un successo clamoroso. In tre giorni ha quasi doppiato Hammamet, che in sala c'è stato il triplo del tempo e pure sui giornali e in tv, ha raggiunto i 10.000 euro di media copia, ma soprattutto è riuscito loro ciò in cui altri youtuber e affini avevano fallito: portare la propria fanbase al cinema. Cosa affatto scontata: chi è abituato a non spendere, non comincia in sala. Motivo per cui solo gli scrittori convertono le loro copie in biglietti: i loro lettori spendono 20 euro per i loro libri, possono tirarne fuori la metà per un film.

Già, però qui parliamo di un pubblico under 10, che fa spendere altri e così ecco la magia. I due non cambiano grammatica - perché dovrebbero, poi? - e raccontano una favoletta autoreferenziale che ne celebra la fama digitale (tutto si incentra sulla serata del Like Award, tanto per essere originali) e le doti clownesche. Lo fanno bene, ma come altri prima di loro perdono il respiro migliore della loro narrazione dopo un quarto d'ora, non riescono ad andare oltre a una serie di gag e a una recitazione improbabile.

Come Chiara Ferragni non utilizzano il cinema come un'opportunità o un esperimento, ma come se fosse un nuovo social da colonizzare. Missione compiuta, Luigi Calagna e Sofia Scalia si sono presi le sale e hanno vinto la loro sfida, ma Me contro te semplicemente non è cinema. E poco conta, per loro e forse anche per noi: la loro presenza, quel linguaggio che non va snobbato ma anzi studiato per efficacia e inventiva (almeno sul suo media originario), fosse solo perché è la fonte a cui i nostri figli si dissetano avidi, non crea danno ma anzi abitua alla sala i bimbi. Chissà che non tornino, per un film vero.
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Gennaio 2020, 08:49
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