A Star is Born: è nata una stella ma senza film intorno
di Boris Sollazzo
È un film fast food, di quelli che il sabato sera, magari distratto da un pop corn e da una dolce compagnia, trovi gradevole. Il buon Bradley gira senza errori ma senza guizzi e al suo protagonista non dà molto di più che una nenia biascicata (è quasi meglio doppiato), Lady Gaga si barcamena in un personaggio che non ha né l'ingenuità di Judy Garland né la forza di Barbra Streisand (le due che l'hanno preceduta in questo ruolo) ma solo il pallido riflesso pop dell'eterna favola del pigmalione e della pupilla. È nata una stella aveva bisogno di essere rivoluzionato e invece qui diventa stereotipo, la cameriera Ally che incontra la rockstar alcolizzata e con cui ha un rapporto di mutua assistenza (io ti faccio da crocerossina, tu mi lanci verso il successo), non reggono più. Il mondo non ha più l'ingenuità e la speranza per crederci. E alla fine la vera favola è quella di Cooper che azzecca il film per gli Oscar (perché ci andrà, vedrete) e si porta dietro, da Alias (ricordate lo sfigato Will Tippin? Era lui) Ron Rifkin e Eric Weiss in ruoli da comprimari. È nata una buona stella. La sua.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Ottobre 2018, 09:14
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