GraArt, viaggio nella street-art che abbellisce il Raccordo
di Valeria Arnaldi
Sono street artist italiani e stranieri a firmare dieci nuovi murales “monumentali” nei sottopassi e nelle rampe del Gra. È il progetto GRAArt, curato dallo stesso Diavù - fondatore di M.U.Ro - il Museo di Urban art di Roma - e promosso da Anas e patrocinato da Mibact. Gli interventi pittorici hanno preso il via lo scorso novembre. Ogni artista ha “studiato” la zona destinata a ospitare il suo murale e, in generale, la città, andando anche a visitare musei e centri espositivi. A prendere forma, grazie alle opere, storie e leggende di Roma legate ai vari territori, scelte con la consulenza della scrittrice Ilaria Beltramme.
Si va così da I guardiani di Ottavia, in via Casorezzo, firmati da Colectivo Licuado al Martirio di Rufina e Seconda, eseguito da Lucamaleonte, in via Casal del Marmo, al Trionfale, da Shewolf Queen di Veks Van Hillik, in via di Boccea, a Obelisco Nasone di Maupal (Mauro Pallotta, quello del murale cancellato di Papa Francesco che gioca a tris della pace a Borgo Pio) in via Rosano. Ogni opera sarà poi corredata da una targa con Qr Code per consentire a passanti, curiosi e appassionati di accedere al sito web dedicato al progetto, leggere le storie che hanno ispirato gli interventi e le biografie degli artisti. L’esperimento romano potrebbe fare presto da modello per progetti simili in altre città, usando la street art come strumento per sollecitare decoro e amore per il territorio. «Le periferie - ha commentato il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini - sono il luogo dove si stanno giocando le sfide del futuro, dall’integrazione alla crescita demografica».
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Marzo 2017, 10:13
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