Papa Wojtyla, in uscita il libro testamento con gli appunti personali che dovevano essere bruciati

Papa Wojtyla, in uscita libro con gli appunti che dovevano essere bruciati

di Franca Giansoldati
​Citt del Vaticano. Pi che un caso editoriale mondiale (e lo sar presto, c’ da scommetterci), anche il primo caso di un testamento spirituale di un pontefice ampiamente disatteso dal suo segretario personale nonché esecutore testamentario. A distanza di nove anni dalla morte di Wojtyla e dalle ultime disposizioni lasciate al segretario personale, oggi cardinale di Cracovia, Stanislaw Dziwisz, di bruciare i suoi appunti personali, la Libreria Editrice Vaticana ha annunciato di voler pubblicare il volume “Sono tutto nelle mani di Dio” che raccoglie tutti gli appunti personali di Giovanni Paolo II. Foglietti vergati a mano, riflessioni, bozze di lettere. Insomma una vera e propria miniera dal punto di vista storico e spirituale. Giovanni Paolo II dal 1962 al 2003 aveva raccolto nell’appartamento pontificio tantissimi documenti privati. Poco prima di morire, nel suo testamento, aveva disposto venissero distrutti, cancellati dalla faccia della terra.



Ad avere scelto di non ottemperare alle ultime volontà dal Papa polacco è stato don Stanislao che ha motivato la scelta candidamente:
«Semplicemente non ho avuto il coraggio di bruciare le carte e i quaderni degli appunti personali da lui lasciati, perché contengono informazioni importanti sulla sua vita». Una frase che viene riportata anche nella prefazione dell'opera di prossima pubblicazione. Quelle carte sono «la chiave per comprendere la sua spiritualità, cioè tutto quello che c'è di più intimo nell'uomo: la sua relazione con Dio, con gli altri e con se stesso». Quando il cardinale Dziwisz manifestò la volontà di conservare le scatole di carte, e di pubblicarle in un secondo tempo, in Polonia successe il finimondo. Vi furono parecchie polemiche anche in ambienti non ostili alla Chiesa. Nel corso di una conferenza stampa il cardinale fu persino costretto a difendersi in pubblico, spiegando di non aver rispettato le ultime volontà del Papa perchè «sarebbe stato un crimine». Secondo Dziwisz al momento di scrivere il testamento Giovanni Paolo II sapeva benissimo a chi affidava i suoi appunti e che sarebbero stati trattati in modo responsabile. «Non ho mai avuto dubbi. Si trattava di documenti così importanti, testimonianza della spiritualità del grande papa, che la loro distruzione avrebbe costituto un crimine». Altre carte, invece, furono bruciate. «Tutto quello che si doveva distruggere è stato distrutto. Sono appunti presi durante gli esercizi spirituali. Di grande valore per il processo di canonizzazione».



Il libro raccoglie riflessioni e meditazioni degli anni 1962-2003 e consta di 640 pagine. Rimane ignota la sua prima tiratura. Il cardinale Dziwisz ha svelato che in suo possesso rimangono altri scritti del papa e la sua corrispondenza, anche con gli uomini politici (per esempio con Leonid Breznev, il capo del PCUS ai tempi di Solidarność e la minaccia dell'intervento sovietico in Polonia). I proventi del libro, che uscirà il 5 febbraio, saranno devoluti per “scopi pubblici”.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Settembre 2014, 21:40
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