Problemi con il capo?
Ecco i consigli per superarli

Problemi con il capo? Ecco i consigli per superarli
Alzi la mano chi non ha mai avuto problemi sul posto di lavoro con i propri superiori. È praticamente impossibile che lavorando tutto fili liscio e non si avverta la minima tensione nei rapporti con il proprio capo, e per questo ogni problema va superato, perché le conseguenze tendono a riflettersi anche al di fuori dell'ambiente lavorativo, fino alla vita privata.





Se viviamo perennemente in conflitto con i nostri superiori possono infatti sorgere problemi come stress, insonnia e insicurezza che possono affliggerci a livello fisico e psicologico. Negli Stati Uniti, come riporta uno studio di Gallup, il 70% di chi lascia un lavoro lo fa per problemi con il diretto superiore e non con l'impresa. Qui il rapporto con il capo è la principale causa di dimissioni degli impiegati, e supera di gran lunga altri motivi come il salario, le mancate promozioni e perfino gli straordinari non pagati. Da noi, però, lasciare un lavoro per trovarne uno analogo, di questi tempi, spesso e volentieri è un azzardo che non si può rischiare. Per questo, la soluzione migliore è impegnarsi per instaurare un rapporto ottimale con il capo, che permetterà di lavorare (e vivere) meglio.



Il primo consiglio è quello di avere un rapporto costruttivo con il proprio superiore, senza assecondarlo troppo né contrapporsi a tutto quello che dice o fa. L'ideale sarebbe un atteggiamento propositivo, cercando di sorprenderlo con suggerimenti creativi, originali e, ovviamente, utili. Chi sa apportare questi contributi diventa meno sostituibile. Se vogliamo migliorare i rapporti con il capo, dobbiamo innanzitutto essere empatici e cercare di capire il suo stato d'animo e cosa pensa nel corso della giornata. Forse può apparire difficile, ma in pratica dobbiamo cercare di 'metterci nei suoi panni'.



L'empatia è fondamentale anche per capire quali siano le priorità del nostro principale e chiarire subito, insieme, cosa si aspetta da noi. È essenziale stabilire subito quali sono gli obiettivi minimi che si aspetta da noi, allo scopo di evitare incomprensioni. Attenzione anche a come richiedere soluzioni ai nostri problemi e alle nostre difficoltà sul lavoro. Invece di presentare una lista delle richieste alla prossima riunione, sarebbe bene confrontarsi nel momento in cui sorgono i problemi proponendo nuove soluzioni.



Un altro punto fermo nel rapporto con il capo è capire che non può essere un amico: lo dobbiamo considerare solo un 'ottimo conoscente'. Essere amici del capo non garantisce automaticamente una relazione migliore sul posto di lavoro, ed è difficile anche per via dei differenti ruoli. L'ideale sarebbe avere un rapporto né troppo stretto, né troppo distaccato, perché l'amicizia può pregiudicare la professionalità. Avere un buon rapporto ed essere amici sono due cose del tutto diverse.

Attenzione, poi, se fate di tutto per piacere al capo. Possiamo influire su ciò che gli altri pensano di noi, ma non possiamo controllarlo totalmente. Molti psicologi assicurano che cercare di 'arruffianarsi' il capo, molto spesso, è una perdita di tempo e di energia.



Ovviamente, i rapporti con il capo non miglioreranno se non abbiamo la minima intenzione di fare altrettanto con noi stessi. Nei rapporti interpersonali, spesso, difettiamo dell'autocritica e pretendiamo, erroneamente, di poter cambiare qualcosa degli altri a nostro vantaggio. E le relazioni non sono altro che il riflesso della nostra personalità.

Il dipendente, inoltre, dovrebbe focalizzare le proprie attenzioni sul lavoro. Spesso tendiamo a non rendere come vorremmo e dovremmo, a volte anche inconsapevolmente, proprio a causa dei rapporti negativi con il nostro capo. In realtà, dovremmo riflettere sulla nostra mansione e su cosa ci ha spinto a decidere di intraprendere una certa attività, piuttosto che su chi si trova a un livello superiore rispetto al nostro. Se ragioniamo bene sul nostro lavoro, possiamo trovare un buon motivo per superare l'ostacolo di superiori insopportabili: il bene del gruppo e del lavoro di squadra.



Per migliorare le relazioni con il capo, quindi, serve un certo impegno. Non è facile e servono, oltre a tanta pazienza, una certa obiettività e la capacità di fare autocritica. Senza dimenticare una citazione di Paul Valery, che scrisse: «Il capo è un uomo che ha bisogno degli altri».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Ottobre 2014, 17:14
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