Entro il 2050 un 'fiume ' d'asfalto:
ma esiste un piano salva-natura

Entro il 2050 un 'fiume ' d'asfalto: ma esiste un piano salva-natura
ROMA - Pi di 25 milioni di chilometri di nuove strade saranno costruite in tutto il mondo entro il 2050, una colata di asfalto tanto lunga che potrebbe circondare pi di 600 volte la Terra e cancellare gli ultimi luoghi selvaggi del Pianeta. Una rovina per gli ecosistemi. Per evitare il disastro, alcuni scienziati hanno stilato una 'road map' cercando un equilibrio fra la necessità di sviluppo economico e sociale e la tutela dell'ambiente. I benefici che possono portare nuove strade o migliorate - dice lo studio - riguardano in particolare le aree convertite ad agricoltura, che oggi sono a basso rendimento ma non troppo distanti dai mercati urbani.





«Ci siamo concentrati sull'agricoltura perchè la domanda alimentare mondiale dovrebbe raddoppiare entro la metà del secolo» e buone strade «sono di vitale importanza per gli agricoltori», ha spiegato Gopalasamy Reuben Clements dell'università australiana James Cook, perchè «possono acquistare fertilizzanti per aumentare le produzioni e portare le colture ai mercati con molto meno costi e sprechi». Lo studio - andato avanti per quasi due anni per tracciare i più importanti ecosistemi e biodiversità del mondo e pubblicato sulla rivista Nature - ha identificato aree in cui le nuove strade danno potenzialmente benefici maggiori, aree in cui va assolutamente evitata la colata di asfalto e 'zone di conflittò, dove costi e benefici potenziali sono considerevoli. «Per alcune regioni il lavoro può essere migliorato aggiungendo informazioni locali dettagliate, ma pensiamo che il nostro quadro complessivo sia forte» ha detto il co-autore dello studio, Andrew Balmford del Dipartimento di Zoologia di Cambridge.



«Abbiamo bisogno di strade per le nostre società ed economie, quindi la sfida è scegliere dove metterne di nuove e dove evitarle» ha spiegato William Laurance della James Cook University in Australia, autore principale dello studio. Laurance e Balmford - che hanno lavorato con colleghi di Harvard, Cambridge, Melbourne, Minnesota e di altre università - hanno individuato le aree che potrebbero trarre maggior beneficio da nuove strade in quelle convertite all'agricoltura ma che non rendono abbastanza. «Ci sono ancora distese nel mondo in cui l'agricoltura può essere notevolmente migliorata senza grandi costi ambientali», ha osservato Nathan Mueller dell'Università di Harvard. Nelle foreste tropicali invece stendere asfalto farebbe i danni ambientali peggiori con uno scarso vantaggio. «Il nostro studio mostra che in gran parte del mondo, come Amazzonia, Sud-Est asiatico, e in Madagascar, i costi ambientali di espansione delle strade sono enormi», ha spiegato Christine ÒConnell dell'University of Minnesota. Gli autori rilevano che «la pianificazione proattiva e strategica per ridurre i danni ambientali dovrebbero essere al centro di qualsiasi discussione» sull'ampliamento stradale. «Speriamo che il nostro sistema sia adottato da governi e agenzie di finanziamento internazionali, per aiutare lo sviluppo equilibrato e la conservazione della natura», auspica Laurance. «L'espansione delle strade oggi non è pianificata ed è caotica, mentre abbiamo assolutamente bisogno di un approccio più proattivo perchè siamo di fronte alla più esplosiva era di espansione delle strade nella storia umana» ha aggiunto. Dato che «la lunghezza totale di nuove strade attesa entro la metà del secolo potrebbe circondare la Terra più di 600 volte» gli autori sottolineano che c'è «poco tempo da perdere».



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Ultimo aggiornamento: Domenica 31 Agosto 2014, 21:40
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