Tumore al seno, se affrontato
in tempo può essere sconfitto

Tumore al seno, se affrontato ​in tempo può essere sconfitto

di Antonio Caperna
ROMA - Per parlare di tumore al seno alle donne e renderle protagoniste nata Il futuro ha bisogno di tempo, campagna nazionale, promossa da “alfemminile”. Iniziativa per sensibilizzare le donne sull'argomento e per sollecitare un dialogo sull'approccio alla malattia, oltre che sulla prevenzione. Inoltre si vuole informarle, attraverso la voce degli specialisti, dei passi avanti compiuti dalla scienza nella lotta a questa neoplasia, con l'obiettivo di farle sentire meno sole.





Nell'ambito della campagna, durante tutto l'anno, su www.alfemminile.com/ilfuturohabisognoditempo verranno dedicati contenuti speciali relativi al tumore al seno, a partire dall'importanza della prevenzione e della mammografia, lo strumento diagnostico più indicato per la corretta diagnosi precoce.

Secondo gli studi più recenti, la mortalità per cancro della mammella si riduce di circa il 35% tra le donne che ne effettuano una ogni due anni, anche se nel nostro Paese esistono ancora notevoli disuguaglianze geografiche riguardo alla partecipazione alle campagne di screening collettivo.



«La media di coloro che eseguono gli esami diagnostici di routine in modo regolare è ancora troppo bassa. - precisa il professor Paolo Marchetti, responsabile dell'Oncologia medica al Sant'Andrea di Roma -. Eppure le guarigioni sono in aumento proprio grazie alla diagnosi precoce e alla disponibilità di nuove terapie sempre più efficaci, che permettono di trattare anche le forme più aggressive di questa patologia, come i tumori HER2-positivi, che si osservano in un caso su cinque circa di carcinoma mammario e che sono considerati tra quelli a prognosi più negativa. Negli ultimi 30 anni - prosegue l'esperto - con l'identificazione del gene HER, la ricerca ha portato a disposizione degli oncologi terapie personalizzate come trastuzumab, pertuzumab o trastuzumab emtansine che hanno cambiato la storia naturale della malattia riducendo, ad esempio nel caso di pertuzumab, il rischio di decesso a tre anni, per le forme metastatiche, al 34%. Un risultato fino a pochi anni fa impensabile».



Un progresso importante si è avuto anche con l'evoluzione della via di somministrazione della terapia biologica standard per le forme HER2 positive, con formulazioni sottocute che riducono i tempi di somministrazione e costituiscono un ulteriore passo avanti per poter migliorare la qualità di vita di queste pazienti.

Il tumore al seno conta oltre 400mila casi solo in Italia e un'incidenza di circa 45mila nuovi casi all'anno, con circa 11mila decessi nel 2013. Tuttavia oggi nel nostro Paese, grazie alla prevenzione e al corretto iter diagnostico-terapeutico, a cinque anni dalla diagnosi sopravvivono nove pazienti su dieci e la grande sfida per il futuro è rendere la patologia sempre più guaribile.



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Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Settembre 2014, 10:00
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