Fino a due anni per una visita. E gli italiani
più poveri rinunciano a curarsi

Fino a due anni per una visita. E gli italiani ​più poveri rinunciano a curarsi

di Antonio Caperna
ROMA- Le difficolt economiche, i costi crescenti dei servizi sanitari e le difficolt di accesso spingono i cittadini a rinunciare alle cure e a sacrificare la propria salute.





È il dato principale che emerge dal Rapporto PIT Salute “(Sanità) in cerca di cura”", presentato ieri a Roma dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. Su oltre 24mila segnalazioni giunte nel 2013 quasi un quarto (23,7%, +5,3% rispetto al 2012) riguarda le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie determinate da liste di attesa, peso dei ticket (31,4%, +21%) e dall'intramoenia insostenibile (10,1%, - 5,3%).



«Dobbiamo ridurre i ticket, scongiurare nuovi tagli al Fondo Sanitario Nazionale e governare i tempi di attesa di tutte le prestazioni sanitarie, mettendo nero su bianco un nuovo Piano di Governo dei tempi di attesa, fermo al 2012 - dice Tonino Aceti, Coordinatore nazionale TDM-Cittadinanzattiva -. Serve definire gli standard nazionali dell'assistenza territoriale». All'interno dei dati sulle difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie, le segnalazioni sui lunghi tempi di attesa restano ancora al vertice delle preoccupazioni dei cittadini. A lamentare le liste di attesa è il 58,5%. Il secondo ostacolo all'accesso alle prestazioni è rappresentato dal problema dei ticket, in aumento del 20% (dal 10,3% del 2012 al 31,4% del 2013). Dopo essere stato per anni il primo problema per i cittadini, la presunta malpractice rappresenta la terza voce di segnalazione (15,5% delle segnalazioni nel 2013 e al 17,7% del 2012).



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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Ottobre 2014, 10:06
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