CROLLA IL POTERE D'ACQUISTO IN
LOMBARDIA, MA RISPARMIARE SI PUÒ

CROLLA IL POTERE D'ACQUISTO IN LOMBARDIA, MA RISPARMIARE SI PUÒ

di Paolo Molina
Il carrello della spesa dei lombardi si fa sempre pi caro, ma comunque possibile risparmiare. Basta selezionare e scegliere, magari spostandosi per trovare le offerte che fanno rima con la convenienza.




Secondo l’ultimo report della Camera di Commercio di Monza e Brianza che ha visitato 77 punti vendita di ogni dimensione, i prezzi degli alimentari sono aumentati in un anno del 2,4%, pari ad un carrello più caro di 60 euro a famiglia. Un dato leggermente superiore all’inflazione che resta ferma intorno al 2%. Eppure i lombardi sono sempre più protagonisti di quel fenomeno denominato “nomadismo”, facendo la spola tra negozi di vicinato e grande distribuzione, con tappe nei discount e immancabili sacrifici (meno vino e più birra, meno carne rossa a favore di più economici polli e tacchini).

Tra le città, Brescia (+2,7%) e Lodi (+3,9%) sono quelle dove i prezzi si sono impennati maggiormente. Al contrario, Cremona è il capoluogo con gli incrementi più contenuti (+0,7%). Lecco e Bergamo sono le città lombarde più economiche per riempire il carrello: rispettivamente il costo della spesa vale il 3,8% e il 3,7% in meno della media lombarda. Guardando nello specifico ai prodotti, quelli che vanno in controtendenza sono soprattutto il dentifricio (-2,6%), la mozzarella (-0,4%) e il burro (-0,2%), mentre a far schizzare le statistiche sono le uova (+8,1%), il tonno (+6,8%) e i pomodori pelati (+4,5%). Prende piede, per chi sacrifica la convenienza per l’alta qualità, il fenomeno del biologico, con costi superiori del 30% rispetto alla media. Il che è frutto di una tendenza consolidata che vede in Lombardia un aumento delle imprese specializzate nel bio: +59% dal 2007, con 224 negozi di alimenti “naturali” (+21%) e 145 aziende bio con vendita diretta (+150%). Occhio, infine, al tradizionale caffè, rincarato in media dell’1,9% in un anno e sempre più attestato verso l’euro secco per la tazzina al bar, e alla pizza, aumentata dell’1,8%. Milano resta ancora una piazza abbordabile per il pasto a base di margherita e bibita con un prezzo medio di 10,5 euro contro i 10,9 di Pavia e i 10,7 di Varese. Monza, però, batte ancora tutti per convenienza con 9,3 euro.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Luglio 2013, 09:35
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