Sorpresa, l'usato fa bene anche all'ambiente: il perché in una ricerca
di Alessio Caprodossi
Alla base del calcolo c’è lo studio dell’Istituto Svedese di Ricerca Ambientale, che ha elaborato il calcolo considerando i beni venduti e i dati sui consumi generati dalle attività e dai server, con la premessa che ogni prodotto usato venduto evita la produzione di un altro equivalente e la relativa gestione della dismissione. A trainare il risparmio sono i motori, perché la compravendita di veicoli consente la maggior riduzione di emissioni di CO2: gli affari conclusi lo scorso anno hanno permesso di eludere il rilascio di 4,9 milioni di tonnellate. A seguire i prodotti per la casa e per la cura della persona (842 mila tonnellate), i dispositivi elettronici (368 mila tonnellate) e le attrezzature sportive (60 mila tonnellate). La novità del report sul Second Hand Effect è lo spaccato locale.
Si scopre così che la regione più virtuosa (considerando la popolazione e il tasso di digitalizzazione) è la Lombardia, con la Campania poco distaccata e il Lazio più distante a chiudere il podio. Tra le province guida invece Napoli, prima città per numero di compravendita di macchine usate, seguita da Roma, Milano, Torino e Brescia. Stretti tra la crisi, l’opportunità di guadagni extra, la passione per il vintage e la difesa dell’ambiente, l’economia dell’usato su Subito è salita nel 2016 a 19 miliardi di euro. E continuerà a crescere anche grazie alle novità che arriveranno a breve sul portale: «Vogliamo focalizzarci sugli utenti e per questo introdurremo servizi aggiuntivi come la gestione pratiche per chi compra un veicolo o quelle notarili per chi acquista immobili», spiega Federico Filippa, capo Comunicazione della filiale italiana del gruppo norvegese Schibsted Media, proprietaria di Subito e Infojobs.
Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Maggio 2017, 09:15
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