Luky, il cane sequestrato che si è lasciato morire: «Soffriva la lontananza dalla famiglia»

Luky, il cane sequestrato che si è lasciato morire: «Soffriva la lontananza dalla famiglia»
Sequestrato, portato via dalla sua famiglia e condotto in un canile, in seguito alle ripetute segnalazioni di alcuni vicini di casa. La lontananza forzata dalla sua casa, però, ha causato così tante sofferenze ad un pastore maremmano di nome Luky da indurlo a rifiutare il cibo e lasciarsi morire.

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La vicenda, denunciata dallo stesso canile che aveva ospitato Luky, è avvenuto a Savigliano (Cuneo). L'animale, di due anni e mezzo, viveva con la sua padrona e un altro cane, una femmina meticcia incrociata con un labrador, ma la territorialità che derivava dalla sua razza lo portava molto spesso ad uscire di casa e ad aggirarsi per le vie limitrofe nelle ore notturne. Poiché Luky abbaiava spesso, molti residenti si erano uniti e avevano chiesto provvedimenti al Comune. Alla fine un tribunale aveva disposto il sequestro del cane e il suo alloggio forzato nel canile Pinco Pallino.

I responsabili della struttura, pur non essendo d'accordo con quanto stabilito dai giudici, avevano ospitato Luky, ma dopo qualche mese il cane aveva iniziato a soffrire la nostalgia della sua famiglia e, oltre a vomitare spesso, l'animale non mangiava più. I responsabili del canile, temendo che potesse soffrire di enterite, avevano chiesto di portarlo da un veterinario, anche se riuscirci non era stato affatto semplice: «Ci sono volute due ore di telefonate alle varie autorità competenti e una pattuglia di vigili a scortarlo come un temuto criminale, per avere il permesso di farlo uscire dal canile ed essere ricoverato in clinica».



Nella struttura dove era ospitato per le necessarie cure, Luky aveva ricevuto la visita della sua padrona e dei volontari del canile, per non farlo sentire troppo solo. La lontananza forzata, però, alla fine gli è stata fatale lo scorso 19 luglio. Il canile, che oggi denuncia il caso, ha anche annunciato una linea molto dura: «Non intendiamo mai più ricoverare nessun animale di proprietà nei casi in cui non sussiste maltrattamento. Poco ci importa da chi ci arriverà l'ordine».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Agosto 2018, 16:17
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