Le Corbusier da Unesco, tour mondiale inseguendo il genio architettonico

Le Corbusier da Unesco, tour mondiale inseguendo il genio architettonico

di Isabella Pascucci
"L'architettura è un fatto d'arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi. La Costruzione è per tener su: l'Architettura è per commuovere". Ne era convinto Charles-Edouard Jeanneret-Gris, nato in Svizzera nel 1887 e che avrebbe letteralmente rivoluzionato la storia dell'Architettura europea, imponendosi anche come pioniere della moderna urbanistica. Oggi, la sua fama e le sue immortali creazioni - testimoni dell'impiego innovativo del calcestruzzo armato - sono legate allo pseudonimo che lo rese celebre: Le Corbusier. Talmente celebre che ora i siti in cui sorgono le sue ideazioni architettoniche, realizzati in circa cinquant'anni di attività, sono stati iscritti ufficialmente nella lista Unesco per "l'approccio innovativo che ha influenzato profondamente il XX secolo, cercando di rispondere alle esigenze della società moderna". E allora, addentriamoci in un viaggio che tocchi queste meraviglie sparse tra Svizzera, Belgio e Germania, fino all'Argentina e all'India.




SVIZZERA.

Si parte proprio dalla patria di questo geniale architetto con la Villa Le Lac, a Corseaux, affacciata sul lago Léman, una piccola gemma di "ingenuità e funzionalismo", come si legge nell'introduzione all'edificio, che riflette il programma delle cosiddette case bianche, codificato da Le Corbusier negli anni '20. Progettata per i suoi genitori, fu edificata tra il 1923 ed il 1924, incarnando quello che sarà uno dei suoi principi teoretici più radicali: il modulor. È questo il principale contributo che l'architetto fornice all'epoca moderna, concependo abitazioni ed edifici "a misura d'uomo" in cui "solo l'utente ha la parola" - scrive Le Corbusier - grazie ad una scala di grandezze, basata sulla Sezione aurea, che armonizza le proporzioni del corpo umano agli spazi ma anche alle suppellettili, al mobilio, ai piani prospettici. Così, anche in Villa Le Lac, un sobrio e candido parallelepipedo dialoga con l'uomo e con la natura che lo circonda, diventando diaframma tra il singolo e il suo microcosmo.

In Svizzera, a Ginevra, Le Corbusier lascia anche un'opera più tarda (1930-1932), l'Immeuble Clarté, un palazzo per abitazioni ai numeri 2 e 4 di Rue Saint-Laurent che, negli anni '70, rischiò la demolizione per questioni speculative. Oggi, invece, rappresenta un'altra bandierina nella mappa Unesco dedicata a questo geniale progettista.




FRANCIA.

Visitare i numerosi edifici realizzati in Francia equivale a sfogliare una monografia su Le Corbusier, riconoscendo tutti i principi fondativi della sua architettura. I cinque punti saldi del suo modo di progettare edifici moderni, e che lo collocheranno e giusto titolo come padre del Modernismo europeo, sono basati sulla sostituzione dei muri portanti con uno scheletro in cemento armato. Le caratteristiche che rendono riconoscibile un edificio firmato da Le Corbusier sono i Pilotis, gli innovativi pilastri su cui si appoggia l'edificio e che lo sostengono sollevato dal terreno, come si osserva a Villa Savoye a Poissy, residenza privata progettata nel 1929 e uno dei manifesti tangibili più famosi del movimento modernista e del Cubismo architettonico.

Villa Savoye, poi, mostra un'altra folgorazione che fece di Le Corbusier un autentico riformatore: il Toit terrasse, il tetto a terrazza, che media il rapporto dell'uomo con il verde, trasformandosi in un giardino pensile, spesso dotato di piscina.



Ma in Francia troviamo anche altri edifici da Unesco che rendono fruibile e visibile il principio della Plan libre (pianta libera) e della Façade libre (facciata libera), ossia la creazione di uno scheletro portante in cemento armato che sostituisca la funzione delle murature portanti, così da poter costruire l'abitazione in tutta libertà, disponendo le pareti a piacimento. Così come la facciata libera riserva all'architetto l'indipendenza di creare facciate costituite, non da murature con funzione strutturale, ma da una serie di elementi orizzontali e verticali i cui vuoti possono essere tamponati a piacimento, sia con pareti isolanti che con infissi trasparenti. Lo osserviamo nella splendida Maison La Roche-Jeanneret, a Parigi (1924), ma anche nella Cité Frugès di Pessac, la città giardino concepita in un sobborgo di Bordeaux, e l'Unité d’Habitation di Marsiglia, ma anche la Manifattura Claude et Duval a Saint-Dié e il Convento di Sante Marie de La Tourette, a Éveux. In alcuni di questi edifici, così come nell'Immeuble Molitor di Parigi, si esplicita il quinto principio dell'architettura di Le Corbusier, quello della Fenêtre en longueur, o finestra a nastro, ennesima grande innovazione concessa dal calcestruzzo armato. La facciata viene, infatti, tagliata in tutta la sua lunghezza da una finestra, ottenendo una illuminazione più estesa e diretta.



Altri due gioielli in terra di Francia, targati Unesco, sono la Maison de la Culture di Firminy, nell'est del paese, e il capolavoro assoluto della cappella di Notre-Dame-du-Haut a Ronchamp, presso Belfort, le cui linee minimaliste e flessuose definiscono volumi assoluti: tre campanili di forma semi cilindrica, la copertura della chiesa realizzata con una gettata di calcestruzzo modellata come un'enorme vela rovesciata, e la luce che penetra da decine di feritoie e finestre dalle forme e dalle dimensioni irregolari.




DAL BELGIO ALL'ARGENTINA.

Per completare il tour europeo degli edifici di Le Corbusier da Unesco bisogna fare tappa anche ad Anversa, in Belgio, dove si può ammirare la Maison Guiette, e nella tedesca Stoccarda, con la Haus der Weissenhofsiedlung. Poi, si decolla per un viaggio extracontinentale: in Argentina, a La Plata, nei pressi di Buenos Aires, sorge la Maison du docteur Curutchet, una Villa Savoye in miniatura. In India troviamo il maestoso Palazzo dell'assemblea di Chandigarh mentre a Tokyo Le Corbusier firma l'edificio in cui ha sede il Museo nazionale di arte occidentale.


Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Novembre 2016, 17:28
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