Esodo addio, gli italiani non viaggiano più:
colpa della crisi e dei prezzi troppo alti

Esodo addio, gli italiani non viaggiano più: ​colpa della crisi e dei prezzi troppo alti

di Federica Gramegna
ROMA - Ricordate le interminabili ore trascorse sull'autostrada, in coda ed in fila per due, quando il primo autogrill lungo la via sembrava un miraggio? Tempi forse più felici, nonostante la ressa di automobili, tubi di scappamento e le lamentele dei passeggeri a bordo (con la tipica domanda da bambini, “Quando arriviamo?”). Quelli infatti erano i tempi in cui la Pasqua rappresentava - per la maggioranza degli italiani - l'occasione di una gita fuori porta.





E, in fondo, anche il rituale delle code al casello era un segnale di prosperità.

Oggi non è più così. Quest'anno a Pasqua l'85,1% degli italiani (pari a 51 milioni di persone) preferisce rimanere a casa. Per il 49,4% dei casi, i principali motivi della mancata partenza sono da ricercare nella crisi che ha avuto notevoli riflessi economici, seguiti da quelli famigliari (21,9%) e di salute (17,1%). Sono le previsioni di Federalberghi, il cui presidente Bernabò Bocca fa notare come la metà di coloro che andranno in vacanza alloggerà in casa di parenti o amici, o di proprietà, «rendendo ancor più esiguo il reale movimento turistico in grado di generare giro d'affari ed animare l'economia».



Chi andrà fuori tre o quattro notti, spenderà circa 340 euro, mentre chi resterà in Italia avrà più o meno una spesa di 271 euro. I più fortunati, quelli che andranno all'estero, spenderanno invece attorno ai 605 euro, generando un giro d'affari di circa 3,08 miliardi di euro. Ma se gli italiani rimangono a casa, questo non significa che consumeranno di più. Secondo la Cia, «dall'aumento del clima di fiducia al portafoglio, il passo è ancora lungo». Non verranno spesi soldi in maniera superflua e gli acquisti saranno oculati, tanto che persino uova di cioccolato e colombe segnano un calo del 2% e anche l'agnello risulta in diminuzione (-3%).



Tuttavia, alla tradizione non si rinuncia e infatti solo domenica si consumeranno 29 mila tonnellate di agnello, bruciando in un giorno quasi la metà del consumo complessivo annuo di carne ovina. Non mancheranno poi, sulle nostre tavole, i dolci fai-da-te e la pasta fatta in casa. Si prevede una crescita del 10% della spesa per uova, zucchero, farina, burro e lievito. In particolare, fino alla fine della settimana di Pasqua, verranno consumagte circa 400 milioni di uova tra decorazioni e preparazioni culinarie.



Nei menù casalinghi saranno protagonisti invece i piatti del territorio e della tradizione, dalla pastiera alla torta pasqualina. Nei supermercati, però, occhio ai cosiddetti prodotti “civetta”, ovvero a uova e colombe venduti a prezzi stracciati, anche prima di Pasqua, per attirare i consumatori. Ad aggravare il clima di sfiducia, anche il caro benzina, con i prezzi italiani che superano di 25 centesimi quelli europei, soprattutto a causa delle imposte che, secondo Assopetroli, pesano per 23,7% sul differenziale. Un motivo in più per rimanere a casa…
Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Aprile 2015, 08:05
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