Andrea Alongi, da testimone di un pestaggio
a idolo del web: "Vi dimenticherete di me" -Foto

Che fine ha fatto Andrea Alongi, eroe del web suo malgrado?

di Enrico Chillè
Da testimone di un pestaggio in divisa a idolo del web, tutto suo malgrado. Andrea Alongi, un giovane di Parma, è diventato famoso dopo che una sua testimonianza, successiva ad un arresto quando aveva appena 17 anni, è stata immortalata dalle telecamere del programma tv 'Un giorno in pretura'.

Sul web e sui social non si parla che di lui, dopo che quel video di otto anni fa è diventato virale. Lo testimoniano le tante pagine e gruppi Facebook dedicate a Andrea, che pur navigando molte ore al giorno non usa i social network. I fatti risalgono al 2008: Andrea venne arrestato in un parco insieme ad alcuni presunti spacciatori da agenti in borghese della polizia municipale che però non avevano esibito alcun tesserino di riconoscimento. In quell'occasione Andrea era stato 'pizzicato' a comprare dell'hashish da un piccolo pusher. Una quantità esigua, come spiegato anche in tribunale: «Avevo preso cinque euro, due canne, dai...». Portato in caserma a bordo di una Mazda della polizia locale (un'auto «bella da Dio», a detta dello stesso ragazzo), qui fu interrogato ma assistette ad un pestaggio da parte degli agenti ai danni di uno studente ghanese, Emmanuel Bonsu, che sarebbe uscito da lì con il volto tumefatto.

È proprio in merito all'aggressione che Andrea venne convocato in tribunale ed è qui che il giovane dimostrò una certa insofferenza, un'irriverenza nei confronti delle autorità e un notevole 'scazzo'. Prima se la prese con i vigili: «La polizia municipale dovrebbe fare le multe alle auto, non prendere gli spacciatori nei parchi. Hanno arrestato tante persone credendole 'pali', credo che questi abbiano visto troppi film americani. E poi se non mostro il tesserino, anch'io posso dire di essere un agente in borghese. Dopo avermi portato via dal parco mi hanno anche minacciato».
La corte non ebbe vita facile nell'indirizzare Andrea verso un comportamento consono ad un'aula di tribunale: i giudici dovettero richiamarlo più volte, mentre lui continuava a mostrare insofferenza per la sua situazione: «Vorrei solo finire al più presto, altro che pause». E quando l'avvocato difensore dei vigili urbani gli disse «Le devo fare alcune contestazioni», lui rispose senza peli sulla lingua: «Eh, va' che due p...».
 
 


Anche la stessa testimonianza di Andrea fu decisamente colorita: «Ho visto accanto a me quel ragazzo mentre veniva portato via lungo un corridoio, era chiaro che l'avessero strapestato, 'saccagnato'. E poi gli rivolgevano insulti razzisti, con tanto di 'u-uh' e movimenti scimmieschi mimati. E poi gli spacciatori si riconoscono, lui non era uno spacciatore».
Quando gli venne chiesto di rispettare le figure presenti in aula, Andrea non fu molto conciliante: «Eh, sì, ho visto quanto rispetto hanno avuto loro...».
Alla fine dei vari gradi di giudizio, la Cassazione, pochi mesi fa, ha rinviato il procedimento alla Corte d'Appello, facendo decadere l'accusa da sequestro di persona a arresto illegale, ma il reato più grave, quello di falso ideologico, è passato in giudicato.



Oggi Andrea ha 25 anni e si è messo alle spalle un periodo molto buio della propria vita. E racconta cosa fa alla Gazzetta di Parma: «Vivo sempre nello stesso quartiere, ma non ho più una vita sociale perché sono arrabbiato col mondo. Sono uscito dalla tossicodipendenza con molta fatica, ora sono una persona migliore ma più sola. Prima avevo molti amici, dopo aver superato i miei problemi mi sono ritrovato solo».
Non ha finito gli studi: «Parliamoci chiaro, con le conoscenze che ho potrei essere laureato. Mi interessano vari argomenti e passo tutto il giorno a reperire tutte le informazioni possibili sul web, Wikipedia in primis. Per fortuna sono cresciuto in strada e so stare al mondo, anche se sto diventando un po' asociale».

Tornando al caso giudiziario, Andrea non mostra pentimenti: «Ero un ragazzino, avevo 17 anni, mi avevano coinvolto e ho detto solo la verità. Resto ancora convinto che la polizia municipale dovrebbe limitarsi a fare le multe. Se sono 'grillino'? A me piace solo il nostro sindaco, Federico Pizzarotti, perché è a favore della cannabis legale. Il resto della politica, per me, è solo spazzatura».
E quando gli chiedono come ci si sente a essere l'idolo di Facebook, lui risponde con la stessa indolenza di otto anni fa: «Bah, io nemmeno ho Facebook, ma tanto tra qualche giorno sarà tutto dimenticato. Basta qualche aggiornamento sulla Brexit, qualche attentato o sparatoria, notizie sui diritti civili, e nessuno si ricorderà di me». Caro Andrea, noi ci auguriamo tutti di no: la tua genuinità, capace di strapparci più di un sorriso, non merita di finire nel dimenticatoio e probabilmente non lo farà.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Luglio 2016, 14:59
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