Studenti creativi in Italiano: sbagliano 'qual è' e dicono 'spoilerare'
“Qualcun altro” o “qualcun’altro”? Un vero e proprio dilemma, se solamente il 59% degli intervistati ne conosce la forma corretta (“qualcun altro”, giusto per la cronaca). Quasi 2 ragazzi su 5, infatti, sono andati dritti verso la risposta sbagliata, in particolare tra gli studenti delle scuole medie. Ma, a differenza di Amleto, il dubbio non è esistenziale e la risposta dovrebbe essere quasi ovvia. Così non stupisce più di tanto che alla domanda “Si può dire: sei stato studiato?” il 21% (1 su 3 al tecnico-professionale) risponde in maniera affermativa.
Al peggio, però, non c’è mai fine e gli studenti riescono a superarsi. Perché, ormai, gli aerei li prendono un po’ tutti ma il 57% non sa come si scrive il nome del luogo da dove partono: sostengono infatti che la forma corretta sia “aereoporto”. E calcolate che, in questo caso, intervengono gli studenti universitari ad alzare la media, gli unici a vedere la maggioranza indicare la risposta giusta: “aeroporto”. La domanda che, senza dubbio, ha messo di più in difficoltà.
Ma la galleria degli “orrori” grammaticali non finisce qui. Quasi 1 su 4 ci ha detto che “Sì” (risposta affermativa) si scrive senza accento. Eppure sanno che quest’ultimo ogni tanto serve, peccato che lo usino nei casi sbagliati: per il 21% “un po’’’ sarebbe preferibile scriverlo senza apostrofo ma, appunto, con l’accento. Quota che sale attorno al 30% per gli studenti tecnico-professionali e per quelli delle scuole medie.
Se poi per il 23% dei ragazzi la parola “sufficiente” (forma corretta) si dovrebbe scrivere “sufficente” (forma sbagliata) – ed è già preoccupante – per quelli delle medie la quota di errore sale al 38%. Idem per la scelta tra “qual è” (giusto) e “qual’è” (sbagliato): per il 40% degli studenti di scuola media e per circa il 35% di quelli degli istituti tecnico-professionali la risposta corretta è la seconda. Ma gli altri non vanno mica alla grandissima: la media generale di errore è del 25%. Solo i liceali, anche in questi due casi, rendono il risultato meno tragico: più di 4 ragazzi su 5 si sono dimostrati preparati.
Per fortuna ci sono anche cose su cui quasi tutti non hanno dubbi: il 98% sa benissimo che si dice “a me piace” e non “a me mi piace”, mentre il 97% è consapevole che il prof “insegna” e non “impara” (anche se il 13% dei tecnico-professionali non è d’accordo). Così come il 90% sa distinguere tra “entrambe” (forma femminile) e “entrambi” (forma maschile). Tutto sommato niente male neanche la prova del fuoco: i congiuntivi. Così l’80% ha indicato la forma corretta del verbo dare (“desse”), col solito problema degli studenti delle scuole medie e degli istituti tecnico-professionali, che più degli altri hanno invece risposto “dasse”. Ma gli studenti non riescono a mettersi d’accordo neanche quando gli si lascia campo libero. Così, chiedendo loro quale neologismo vorrebbero inserire nei dizionari d’italiano, si sono divisi in tanti piccoli partiti: vince – con il 37% dei voti - la parola “spoilerare” (dall’inglese to spoil, rovinare; ovvero anticipare il finale di un film, di un libro, ecc.), ormai entrata nel linguaggio di tutti i giorni. Segue, con il 12%, il tanto commentato “petaloso”, poi troviamo “apericena” e “babbano” (al 9%) e per finire “whatsappare”, “ciaone” e “inzupposo” (al 6%).
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Ottobre 2016, 12:51