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"La nuova scuola durerà 4 anni",
approvata la sperimentazione
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ROMA - Quattro anni invece di cinque. Il consiglio di Stato ha approvato la sperimentazione della scuola breve. Gli studi nei prossimi anni potrebbe durare quattro anni invece che cinque. Il progetto ha lo scopo di avvicinare il sistema scolastico italiano a quello dell’Unione europea e permettere ai giovani di inserirsi prima nel mondo del lavoro. Una scuola che dura di meno. Il consiglio di Stato il 18 febbraio ha reso legittima la sperimentazione di una scuola della durata di 4 anni. Se da una parte si sono levate proteste e voci contrarie, dall’altra molti hanno visto il progetto come una opportunità per avvicinare l’Italia all’Europa e permettere agli studenti di entrare prima nel mondo del lavoro, come riporta Skuola.net.
LA SCUOLA DURA 4 ANNI Le lezioni a scuola potrebbero finire dopo 4 anni, lo ha deciso il Consiglio di Stato. La sentenza rende legittima la sperimentazione di un sistema scolastico diverso. La decisione è stata presa dopo aver valutato i rischi di una riduzione del percorso scolastico. La diminuzione da 5 a 4 anni non sembra essere dannoso per la didattica, in quanto «l’articolazione dei richiamati moduli sperimentali risulta nel complesso omogenea e adeguata», come scrive il Corriere.it, riportando quanto deciso dai giudici di Palazzo Spada.
SCUOLA BREVE: MAGGIORI POSSIBILITÀ Il dirigente scolastico del liceo classico Orazio Flacco di Bari prof.Antonio d’Itollo, una delle scuole in cui è in corso la sperimentazione, ha affermato dalle pagine del Corriere.it. «questo vuole essere solo un progetto sperimentale di ampio respiro internazionale, che affianca e non sostituisce il liceo di ordinamento». Un anno in meno di studio potrebbe essere un modo per dare più possibilità agli studenti di cercare opportunità lavorative. L’adozione di questo sistema scolastico renderebbe il nostro Paese una realtà più simile a quelle dei nostri vicini europei. Il dirigente aggiunge: «l’Italia fa parte dell’Unione Europea, quindi cercare di rapportare la durata dei nostri corsi di studi a quelli di tutti i paesi più importanti d’Europa è un’azione che tende a limare una disparità di trattamento già oggi esistente».
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