
I numeri sono significativi: 100 ricerche per “muscoli sopraioidei” o per "legamento epatoduodenale”, ad esempio. Parole che nei precedenti due anni erano state cercate circa due volte. “Le visualizzazioni si riferiscono agli orari del test: dalle 12 alle 13.30 e sono soprattutto nella prima ora, il che fa scartare l’ipotesi secondo la quale si tratta di studenti che controllavano se avevano risposto bene una volta consegnato il compito”. Secondo quanto spiega Bellofiore, che ha effettuato la ricerca in maniera autonoma, i dati vengono confermati da altri motori di ricerca che, però, forniscono agli utenti i dati mensili e non orari. “Queste due rappresentano i dati più significativi, ma i numeri sono omogenei per tutte le domande. Tra l’altro, per la maggior parte dei quesiti il picco c’è durante il test, ma per quanto riguarda due domande inizia a salire anche prima. Potremmo chiederci come mai, ma i dati non sono statisticamente significativi per ipotizzare che ci sia stata una fuga di notizie prima dell’inizio del test”.

Per quanto non abbia sporto denuncia alle forze dell’ordine, Giuseppe si augura che il suo lavoro possa essere utile ad incrementare i controlli per dare la possibilità a chi davvero lo merita di proseguire l’ambito percorso di studio. “La ricerca – conclude lo studente che a breve si cimenterà nel test di ammissione – dimostra che i contatti con l’esterno durante il compito esistono: c’è chi usa il cellulare, chi usa gli auricolari, chi usa particolari orologi per cercare informazioni su internet. Alcuni miei colleghi che hanno presentato ricorso hanno intenzione di utilizzare il mio lavoro e presentarlo alla Polizia Postale”.
Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Maggio 2017, 22:49
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout