Frittura di pesce e...plastica. Mari e oceani invasi dai rifiuti. Mediterraneo in pole

Frittura di pesce e...plastica. Mari e oceani invasi dai rifiuti. Mediterraneo in pole

di Remo Sabatini
Cinque nuove isole si sono formate alle soglie del terzo millennio. 5 nuove isole. Di plastica. Senza spiagge, né palme, galleggiano nelle acque degli oceani. Enormi, la più grande è nel Pacifico settentrionale e stimata grande quasi l'Europa, sono equamente distribuite. 2 in Atlantico, una in Oceano Indiano, le altre nel Pacifico. Sorelle maggiori di una serie infinita di altre ben più piccole, sono composte da buste e sacchetti, bottiglie, tappi, diffusori spray e una miriade di altri prodotti di consumo che stanno soffocando gli oceani, uccidendo pesci, balene, delfini.



Perché, se un "semplice" tappo di bottiglia può uccidere un unico pesce o un gabbiano, una sula o un albatro, i frammenti di materiale plastico possono risultare ben più pericolosi e arrivare a uccidere interi banchi di pesci che, ormai, arrivano a confondere le microplastiche con il plancton stravolgendo la catena alimentare marina che vede, in cima e consumatori finali i grandi predatori, uomo compreso. Questi, infatti, fanno il pieno di plastiche e vernici e metalli pesanti come il mercurio, inconsapevolmente. Tra una frittura e una zuppa, è stato stimato, l'uomo arriva ad assumere migliaia di frammenti di plastica all'anno. Ben più grave la situazione di chi non è al ristorante ma vive in mare. Le balene e i delfini spiaggiati "pieni di plastica" non si contano più e se "tutto il mondo è paese", in fatto di materiale plastico, anche il Mediterraneo può dire la sua.

La produzione mondiale di plastica all'anno è stimata in circa 300 milioni di tonnellate. Di queste, tra i 10 e i 12 milioni finiscono in mare dando nuova linfa al degrado epocale in atto che non sta risparmiando nemmeno il Mare Nostrum. "Italia dei record".
La zuppa di plastica, la concentrazione di frammenti di materiale presente nei nostri mari, non è seconda a nessuno di quei famigerati oceani che ospitano le novelle isole del terzo millennio, anzi si aggiudica la palma del vincitore in quanto a densità per chilometro quadrato con lo stratosferico risultato di 1,25 milioni di microplastiche contro i miseri 335 mila registrati nelle aree più colpite dal fenomeno nel Pacifico. E con il mare toscano che bagna Capraia e la Gorgona, in pole! Quando la classe non è acqua... ma plastica.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Febbraio 2017, 16:08
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