Tumore ovaio, da oggi c'è una nuova terapia: ecco di cosa si tratta

Tumore ovaio, da oggi c'è una nuova terapia: ecco di cosa si tratta

di Antonio Caperna
CHICAGO - Alopecia, modifiche nel colore della pelle, aumento di peso e menopausa sono cambiamenti che comportano la perdita della propria identità e immagine corporea nelle donne colpite da tumore dell'ovaio. Le cure spesso innescano nella mente di una paziente un circolo vizioso: oltre alla patologia, molto spesso ci si ammala di solitudine, di isolamento, di depressione. 

La malattia mette ko anche perché quel 30% dei casi in cui il carcinoma non è asportabile completamente o perché è troppo avanzato o perché localizzato in sedi dove l'accesso è chirurgicamente difficile, bisogna passare alla chemioterapia e spesso gli effetti collaterali sono pesanti e le recidive dietro l'angolo. 

Nel 70-80% dei casi infatti la malattia si riaccende e nonostante i farmaci la mediana di sopravvivenza è ferma a circa 4 anni. Per dare una risposta proprio a queste pazienti e migliorare la terapia è in corso lo studio Inovatyon (INternational OVArian cancer patients Trial with YONdelis), che coinvolge 598 pazienti in tutta Europa. L'Italia è capofila del progetto con oltre cento Centri deputati all'arruolamento delle donne e con l'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano tra i più attivi: «È uno studio di strategia terapeutica, per capire la capacità della trabectedina nell'aumentare la sensibilità alla tradizionale chemioterapia con il platino. L'obiettivo è dare una risposta alle donne che oggi recidivano e che noi vogliamo portare a una maggiore sopravvivenza», spiega Nicoletta Colombo, Direttore Programma Ginecologia Oncologica dello IEO in occasione del Congresso Americano di Oncologia (ASCO), che si è appena concluso a Chicago. Lo studio si muove dal presupposto che ci sia un effetto sequenza positivo tra la trabectedina, una molecola che deriva da un piccolo organismo invertebrato marino, prodotta da PharmaMar, e il platino. Al momento in caso di recidiva del tumore infatti il medico sceglie una delle due opzioni. 

Con Inovatyon si vuol capire e dimostrare che l'utilizzo della trabectedina possa aumentare l'efficacia della chemioterapia standard e quindi aumentare gli anni di vita e anche la qualità di vita delle pazienti. «La molecola di PharmaMar, infatti, si è rivelata efficace e ben tollerata, anche per periodi molto lunghi e ad oggi il suo utilizzo rappresenta un'opzione strategica nella terapia del cancro ovarico recidivante - specifica la dott.ssa Domenica Lorusso, dirigente medico primo livello alla fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano - È un farmaco attivo anche in pazienti che hanno ricevuto diversi trattamenti precedenti ed ha un profilo di sicurezza accettabile».

(leggocaperna@gmail.com)
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Giugno 2017, 09:10
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