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Dal sesso alla resistenza alle malattie,
i benefici della 'pancetta' che non ti aspetti
Avere qualche chilo di troppo potrebbe non essere così drammatico, almeno stando ai risultati di alcuni studi. Da prestazioni sessuali più durature a un minor rischio di artrite e demenza, fino a un sistema immunitario più 'strong', essere un po' sovrappeso può anche regalare qualche beneficio.
A elencare 5 possibili vantaggi, lavori scientifici alla mano, è il quotidiano britannico Telegraph. Anche se l'obesità rappresenta un'emergenza in crescita, comunque da combattere per garantirsi di una vita più lunga e sana, il messaggio è che qualche 'morbidezza' può anche aiutare.
Ecco come:
1) MIGLIORI PERFORMANCE SESSUALI. Essere sovrappeso aiuterebbe tra le lenzuola. L'extra-massa garantirebbe infatti una maggiore resistenza - calcolata in media in 7,3 minuti in più per ogni rapporto - mentre tra chi ha un peso forma sarebbero più frequenti i casi di eiaculazione precoce. Gli uomini devono dunque ringraziare la 'pancetta'. Nel grasso addominale è stato infatti trovato l'estradiolo, un ormone femminile in grado di ritardare l'orgasmo maschile.
2) MENO RISCHI DI ARTRITE. Secondo uno studio pubblicato su 'Rheumatology', più è alto l'indice di massa corporea (Bmi, Body Mass Index), minori sarebbero le probabilità di soffrire di artrite. Rigorosamente negli uomini, mentre nelle donne i chili in più non cambierebbero l'incidenza della patologia. Il team guidato da Carl Turesson, professore di medicina alla Lund University (Svezia), ha studiato 383 persone, dimostrando che uomini in sovrappeso o obesi avevano in media il 63% di possibilità in meno di sviluppare l'infiammazione articolare. Per Turesson e colleghi il grasso addominale fungerebbe da protezione. Lo studio svela infatti una correlazione tra l'alto Bmi e la produzione di uno specifico ormone, che sarebbe responsabile della difesa dalla malattia.
3) SCUDO ANTI-DEMENZA. Molti studi legano il rischio di contrarre demenze al sovrappeso, ma una ricerca pubblicata su 'The Lancet Diabetes & Endocrinology' smentirebbe questa teoria, sostenendo l'opposto. Nelle persone con qualche chilo in più la percentuale di rischio sarebbe infatti del 25% inferiore. «I nostri risultati dovrebbero aprire nuove strade per la ricerca dei fattori protettivi contro la demenza - commenta Nawab Qizilbash, autore dello studio - Medici, servizio nazionale e scienziati dovrebbero ripensare come identificare le persone a alto rischio di demenza».
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