Sos obesità, in Italia 1 persona su 3 è in
sovrappeso: nel Lazio l'11% della popolazione

Sos obesità, in Italia 1 persona su 3 è in sovrappesso: nel Lazio l'11% della popolazione
ROMA - L'obesità è un problema che in Italia si sta diffondendo a macchia d'olio.



Un italiano su tre, infatti, è in sovrappeso, mentre uno su dieci obeso, con importanti differenze tra nord, centro e sud. Nel Lazio, in particolare, si

tocca quasi l'11% con circa 350mila nuovi casi l'anno. I dati non sono incoraggianti neppure per quanto riguarda il futuro: si stima infatti che nel 2025 la percentuale di italiani obesi salirà al 14%.



Purtroppo la situazione non migliora per le fasce piu' giovani della popolazione: "In Italia 1 bambino su 3 in eta' scolare e' in sovrappeso o obeso- dicono Gianfranco Silecchia, direttore Uoc chirurgia generale & Bariatric Center of Excellence Ifso-Eu Sapienza Universita' di Roma-Polo Pontino, e Vincenzo Bacci, internista presso il Rome Obesity Center di Roma- soprattutto al centro e al sud sono tanti i bambini a destare preoccupazione: in Campania, per esempio, quasi il 50% di loro e'

sovrappeso o obeso".



Ma quali sono le misure che si possono adottare per porre rimedio all'obesità? "Non sempre basta la dieta con il supporto psicologico e la riabilitazione- rispondono gli esperti- Per i pazienti affetti da forme gravi con la comparsa di complicanze correlate (1.500.000 in Italia) la chirurgia bariatrica laparoscopica, indicata anche in eta' adolescenziale, rappresenta la sola 'cura' efficace e duratura nel tempo".



Secondo le linee guida nazionali ed europee, l'età minima per sottoporsi all'operazione e' di 13 anni e la massima intorno ai 65 anni.



Quanto al percorso di cura e di riabilitazione, proseguono, "deve essere gestito da un team multidisciplinare dedicato che abbia la capacita' di 'accogliere' il paziente obeso e di accompagnarlo lungo il suo percorso".

Secondo Silecchia e Bacci, in particolare, sono tre i punti cardine di una terapia efficace: "Primo, la valutazione multidisciplinare che tenga conto di tutti gli aspetti metabolici-psicologici-nutrizionali; secondo, la capacita' del team di motivare il paziente personalizzando il programma di cura; terzo- concludono- la possibilita' di un centro dove poter gestire situazioni complesse".
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Marzo 2015, 19:08
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