Cercasi infermieri disperatamente: nel 2014 gli
italiani hanno pagato 2,7 milioni di tasca propria

Cercasi infermieri disperatamente: nel 2014 gli ​italiani hanno pagato 2,7 milioni di tasca propria

di Antonio Caperna
ROMA - L'attività libero professionale o autonoma è considerata ancora dagli infermieri “una seconda istanza”, se non addirittura un ripiego, una fase di passaggio verso la “vera occupazione” da dipendente, possibilmente nel pubblico. Così, in attesa di sbocchi migliori, tanti infermieri si collocano in posizione subordinata e di debolezza nell'ambito delle prestazioni infermieristiche di territorio, sviluppando un'attività fondata su reti parentali e relazionali, o accettando collocazioni a basso reddito nelle strutture di intermediazione, dalle cooperative alle agenzie.





Che la funzione di fare incontrare domanda e offerta sia strategica in questa fase lo testimoniano i dati della ricerca del Censis “Infermieri e nuova sanità: opportunità occupazionali e di upgrading. Le prestazioni infermieristiche nella domanda di assistenza sul territorio”, elaborata per la Federazione dei Collegi IPASVI in occasione del XVII Congresso nazionale di Roma.



Ebbene il 25,4% degli italiani ha difficoltà a trovare un infermiere privato sul territorio in cui vive e molti ricorrono all'intermediazione di reti informali, parenti, amici e conoscenti. «Dovremmo intervenire nel settore, per scongiurare quegli atteggiamenti a cui le persone per soddisfare il proprio bisogno di assistenza e per evitare che i nostri professionisti si trovino in situazioni di disagio e opacità lavorativa - afferma la senatrice Annalisa Silvestro, Presidente IPASVI -. L'assistenza sul territorio è carente e inevasa e appare chiaro anche dai dati sull'applicazione del nuovo Patto per la salute. Credo sia nostro compito intervenire, per ridare appropriatezza e continuità alle prestazioni infermieristiche e per mettere in sicurezza il cittadino. Potremmo coinvolgere il Parlamento, per una proposta di legge che defiscalizzi le prestazioni assistenziali sanitarie, se effettuate da infermieri, e le Aziende sanitarie, perché inseriscano e mantengano strutturalmente nel territorio infermieri educatori per informare, educare e addestrare i familiari o i loro sostituti».



Sono 8.700.000 gli italiani che nel 2014 hanno usufruito di prestazioni di assistenza infermieristica erogate privatamente e hanno speso per queste, di tasca propria, 2,7 miliardi di euro. Di questi, 6.900.000 assistiti hanno chiesto prestazioni una tantum, mentre 2.300.000 hanno avuto bisogno di prestazioni continuative. Ad aver bisogno di un'assistenza che il SSN non ha garantito sul territorio sono stati il 44,4% dei non autosufficienti (1.400.000 persone), il 30,7% dei malati cronici (2.800.000) e il 25,7% degli over70 (2.300.000).



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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Marzo 2015, 08:17
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