Fegato, l'allarme: boom di malattie con
un drink alcolico al giorno. Ma c'è un rimedio

Fegato, l'allarme: boom di malattie con un drink alcolico al giorno. Ma c'è un rimedio
Meglio non sottovalutare le insidie di qualche bicchiere di vino, birra, o superalcolici, se questa abitudine è quotidiana.



L'ALLARME, CON 1-2 DRINK AL GIORNO PIÙ RISCHI MALATTIE FEGATO A lanciare l'allarme sono gli autori di un nuovo studio mondiale presentato al 50.mo Congresso internazionale del fegato, in corso a Vienna: il fatto di bere alcol con regolarità aumenta, infatti, il pericolo di malattie del fegato.



E questo anche se il consumo non appare eccessivo. Secondo i ricercatori dell'University of North Carolina a Chapel Hill (Usa), i rischi aumentano già con 1-2 drink al giorno, tutti i giorni.



I loro dati mostrano, poi, che la diffusione della cirrosi causata dall'alcol cresce dell'11,23% quando si passa da un consumo quotidiano moderato a quello intenso. Per le donne - spiegano i ricercatori - il pericolo cresce già se si supera la quota di 1-2 drink al giorno, e per gli uomini se si bevono più di 2 bicchieri di alcolici ogni dì.



Circa il 6% delle morti nel mondo è causato dal consumo di alcol, ricordano gli autori. Secondo i quali le abitudini della popolazione in questo campo hanno un effetto importante e diretto sulla diffusione delle patologie epatiche. Il team ha esaminato i dati sul consumo di alcol in 193 Paesi, anche sulla base dell'ultimo report dell'Organizzazione mondiale della sanità.



Ebbene, «ridurre il consumo eccessivo di alcolici - concludono - dovrebbe essere considerato un importante obiettivo di sanità pubblica».



PERDERE PESO E FARE SPORT AIUTA CHI HA IL FEGATO MALATO Ridurre le porzioni, optare per cibi meno calorici e rispolverare tuta e scarpe da ginnastica aiuta anche chi soffre di problemi al fegato. È quanto emerge da uno studio firmato da ricercatori del National Institute of Gastroenterology dell'Havana, a Cuba, e dai colleghi spagnoli del Valme University Hospital di Siviglia e del Valencia University Hospital. Il lavoro è stato presentato all'Easl 2015 in corso a Vienna, il congresso internazionale sul fegato.



Lo studio è stato condotto su 293 pazienti con steatoepatite non alcolica.
La ricerca, sottolineano gli autori, mostra che l'effetto del dimagrimento indotto da cambiamenti nello stile di vita è fortemente legato a una serie di importanti miglioramenti istologici. In particolare, perdere più del 7% del proprio peso sulla bilancia già si traduce in una cascata di effetti positivi, ma per indurre una risoluzione della steatopatite e un miglioramento nella fibrosi occorre superare il 10%.

Ultimo aggiornamento: Domenica 26 Aprile 2015, 10:53