Diabete, le soluzioni ci sono:
ecco come prevenirlo e curarlo

Diabete, le soluzioni ci sono: ​ecco come prevenirlo e curarlo

di Antonio Caperna
Il diabete può essere considerata una malattia del “benessere”. In Italia i diabetici sono almeno 3,5 milioni, a cui si aggiungono quelle persone, quasi un milione, che convivono con la malattia senza saperlo.





Si tratta di numeri in aumento e le cause possono derivare da alcuni stili di vita tipici della società contemporanea, come le cattive abitudini alimentari e la sedentarietà. L'incidenza è in aumento anche per l'allungamento della vita media. Il diabete, soprattutto quello di tipo 2, tende a manifestarsi più frequentemente dopo i 60-70 anni, quando l'invecchiamento dei tessuti determina, tra l'altro, una ridotta produzione di insulina e un minor consumo di energia, contribuendo ad alterare il metabolismo del glucosio.



Per questo uno stile di vita attivo e un'alimentazione sana rappresentano la migliore prevenzione e, in generale, delle buone norme da rispettare per il trattamento del diabete, sia nella fase iniziale sia durante l'intero corso della malattia. La dieta mediterranea, avendo effetti positivi sulla salute sia nel breve che nel lungo periodo, rimane la via migliore da seguire. Al movimento e alla dieta si aggiunge poi la terapia. Una recente novità è «la nuova classe di farmaci degli inibitori del co-trasportatore di sodio-glucosio 2 (SGTL2), che ha un meccanismo peculiare a livello renale - spiega il professor Giorgio Sesti, ordinario di Medicina Interna dell'Università degli Studi “Magna Grecia” di Catanzaro e Presidente Eletto della Società Italiana di Diabetologia -. Inibisce, infatti, il co-trasportatore sodio-glucosio 2, che è responsabile di circa il 90% del riassorbimento dello zucchero dall'urina al circolo sanguigno. In questo modo più glucosio con il sodio sono eliminati con le urine, con un effetto ipoglicemizzante e diuretico».



Il meccanismo su cui si basa la nuova molecola ‘Dapagliflozin' di Astrazeneca (una sola compressa orale al giorno) non interferisce con nessun altro dei farmaci adesso in uso, che hanno altri organi bersaglio completamente diversi. È quindi una terapia che, grazie alla sua peculiare modalità d'azione renale, può essere abbinata a tutte le attuali terapie, compresa quella insulinica, e in tutte le fasi della malattia.



«Personalmente ho potuto constatare in prima persona l'efficacia di Dapagliflozin, essendo stato coinvolto come sperimentatore in alcuni studi clinici - conclude l'esperto -. Meccanismo d'azione intelligente, scarso rischio d'interazioni e flessibilità d'uso lo rendono un farmaco interessante da più punti di vista: guardiamo infatti con grande curiosità al suo utilizzo ad ampio spettro sulla popolazione diabetica».



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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Maggio 2015, 10:42
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