Anna Falchi: «Weinstein? Basta parlarne, rispettiamo le vittime di veri stupri»

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di Francesca Cicatelli
Arriva a Napoli sognante, in casto abito nero, lasciandosi sorprendere come una bambina col naso all'insù al cospetto del teatro di piazzatta Augusteo. Anna Falchi sarà in città a lungo. Porta, infatti, in scena un classico napoletano. Dal 27 ottobre in scena, accanto a Gianni Ferreri, al Teatro Augusteo di Napoli la commedia “La banda degli onesti” diretta da Gaetano Liguori. Si racconta nella videointervista a Il Mattino.

In questo periodo molti artisti «riscoprono» Napoli, ultimo baluardo?
«No, come ho detto anche al mio amico Gigig D'Alessio, far parte di una compagnia napoletana significa farcela. I napoletani hanno inventato la commedia e sanno far sorridere meglio di tutti. Sono artisti puri. Sono un punto di partenza, non di arrivo».

Napoli è la nuova Cinecittà?
«E' un teatro naturale che ispira sceneggiature con messaggi non sempre positivi ma Napoli è anche sorriso: le persone ti accolgono con la gioia di vivere e quindi è bene ricordare che Napoli non è solo camorra e criminalità».

Quindi no a Gomorra?
«Io non l'ho visto sinceramente».

Che opinione ha delle donne che stanno denunciando in ritardo i produttori cinematografici e le molestie subite?
«Ognuno è artefice del proprio destino. Non se ne può più, basta parlarrne. Parliamo di fatti: quando ci saranno delle denunce vere e proprie se ne riparlerà. Per ora ci sono solo donne che accusano ma che poi magari hanno accettato il sistema. Qui stiamo parlando di un concorso di colpa: il sistema è sbagliato ma anche le donne lo hanno assecondato. La cosa importante è che non si qualifichi tutto questo con il termine stupro, rispettiamo chi è stata vittima davvero di stupri e non del divano del produttore».

La bellezza e la bravura femminile si sta evolvendo in meglio o in peggio?
«Ci sono meno occasioni per dimostrare la bravura e questo è uno dei motivi per cui ho deciso di essere nuovamente a teatro. Per me questa è evasione e gioia di vivere e mi sembra di tornare un po' all'inizio della carriera. Cioè stacco la spina e recito. Cosa c'è di meglio? Sempre meglio che lavorare no?».

Una madre all'interno della commedia, ma anche nella vita reale.
«Sono apprensiva e innamorata pazza di mia figlia. Ho un rapporto morboso, io vivo per lei e lei per me. Da buona figlia unica. La porterò a Napoli dietro le quinte del mio spettacolo affinché respiri l'aria di teatro anche se non vorrei facesse questo mestiere».

Come andrebbero educate le bambine oggi?
«Mettendole dinanzi alla realtà. E' giusto che conoscano le difficoltà della vita attraverso l'attualità. E' importante che si rendano conto dei pericoli e non vivano in un mondo incantato da privilegiate».
 


 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Ottobre 2017, 22:44
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