Gattinoni, la firma più attesa sfila
fuori dal calendario di AltaRoma

Gattinoni, la firma più attesa sfila ​fuori dal calendario di AltaRoma

di Valentina Aulenta
Tra gli eventi più attesifuori calendario di AltaRoma, spicca Settecento-'70 ROCKOcò performance della storica maison Gattinoni firmata, come sempre da Guillermo Mariotto.


A raccontarla è l'amministratore delegato e manager della moda, Stefano Dominella.

Che collezione presenterete?
«Abbiamo provato a fondere il Rococò con il pop anni Settanta e il risultato è stato stupefacente. Cinque indossatrici ed una celebre top model vestiranno trenta modelli da sogno in una scenografia fiabesca nella quale un gioco di specchi si rincorrerà riflettendo abiti e rami d'albero stilizzati, celebrando una natura psichedelica e frizzante, ammaliante e pop».

Coniugare etica ed estetica è il messaggio creativo della maison, proseguirete?
«Certamente. L'abito di punta di questa nuova collezione è un modello molto castigato di pizzo, sul quale campeggia una croce gioiello realizzata da Gianni De Benedictis. Vogliamo che sia il simbolo del fatto che la moda e la creatività sono patrimonio di tutte le religioni».

Per la prima volta sfilate fuori dal calendario di AltaRoma, perché?
«Non ci riconosciamo più in quella manifestazione che un tempo mi è stata, invece, molto cara. Preferisco essere un cane sciolto e affermare la mia totale libertà».

Dove sta andando la moda capitolina?
«Roma deve continuare a puntare sui giovani, ma deve fare qualcosa per tenerli poi nel suo circuito sartoriale. Troppo spesso i ragazzi che formiamo qui, vanno a lavorare a Milano o a Firenze in cerca di occasioni migliori. Anche se le maison storiche attive sono ormai pochissime, nella Capitale ci sono ancora tanti buoni laboratori sartoriali. Bisognerebbe però fare di più per valorizzare questo tesoro di esperienza e tradizione che ci rende unici nel mondo».

Idee in proposito?
«Roma deve tornare ad essere l'epicentro dell'alta moda e la casa della creatività, ma in chiave contemporanea. Per fare questo deve essere sostenuta. Sarebbe necessario fondare un museo della moda dove esporre le migliori creazioni del passato, rendere disponibili delle sedi storiche o archeologiche dove organizzare le sfilate e anche dare vita ad un premio in Campidoglio per i migliori stilisti».

Sta parlando di coniugare passato e futuro? «Esatto. Questo porterebbe di certo anche un indotto notevole in termini di turismo. Il mondo è pieno di persone che amano la moda!».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Febbraio 2016, 09:40
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