"Etichetta a semaforo anche nella Ue": così il meglio del cibo Made in Italy rischia di essere penalizzato
di Lorena Loiacono
Eppure oggi rischiano di venire penalizzati proprio quei prodotti a denominazione di origine, con cui l’Italia è regina incontrastata in Europa con 289 riconoscimenti, per promuovere invece alimenti anche scadenti, come le bibite gassate senza zucchero. Un paradosso inspiegabile, spiegato invece con i valori nutrizionali legati alla quantità di grassi, sali e zuccheri negli alimenti. L’etichetta a semaforo, adottata da anni nella Gran Bretagna della Brexit, ora potrebbe infatti dilagare in tutta Europa tramite le multinazionali del settore alimentare.
Per l’Italia si tratterebbe di un danno da capogiro: il prosciutto di Parma con il semaforo britannico ha perso l’84% delle vendite tra maggio e luglio 2015 rispetto agli stessi mesi del 2014, mentre quello non etichettato cresce del 40%. Il Parmigiano Reggiano preporzionato, senza bollino, ha aumentato le vendite del 70% fra dicembre e febbraio 2014 mentre nello stesso periodo ma con il bollino è calato del 4%. Un colpo durissimo proprio ora che l’Italia sta volando grazie al mercato alimentare: in Europa infatti, nel 2016, le esportazioni sono cresciute del 4% raggiungendo il record di 28 miliardi, pari a circa i 3 quarti del totale nel mondo.
Inevitabili le bocciature da parte di associazioni del settore, come Coldiretti, ma anche dei consumatori a cominciare dal Codacons. «Ribadiremo con forza il nostro no – ha assicurato il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina – chiediamo ancora una volta alla Commissione Ue di impedire la diffusione di un elemento così distorsivo del mercato. Non è accettabile che prodotti di qualità Dop e Igp possano essere marchiati con semaforo rosso». Già un anno fa furono 16 i Paesi europei a fare appello a Strasburgo, ma il semaforo resta.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Marzo 2017, 08:43
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