Gli italiani litigano sempre di più nel condominio:
i rumori molesti alla base delle guerre tra vicini

Gli italiani litigano sempre di più nel condominio: ​i rumori molesti alla base delle guerre tra vicini

di Mario Fabbroni
ROMA - Fantozzi si presentava addirittura con un elmetto militare in testa, per proteggersi dai colpi degli oggetti contundenti maneggiati con inusitata ferocia dagli altri inquilini: mazze, picconi, lance.

Mai precauzione fu tanto azzeccata: in Italia le riunioni di condominio sfociano quasi sempre in liti furibonde, alimentate da situazioni spesso paradossali che fanno saltare le cosiddette “regole di buon vicinato” di una volta.





Sempre più spesso, infatti, quello della porta accanto diventa un nemico di condominio: basta scorrere l'elenco delle lamentele che movimentano la vita dei palazzi in lungo e in largo per Stivale, almeno in base ai dati dell'Anammi (l'associazione nazionale degli amministratori d'immobili. Tredicimila iscritti e 21mila richiesta di consulenza ogni mese.



Liti a più non posso, scatenate spesso dai rumori molesti. In cima alla classifica si piazzano i tacchi delle scarpe, soprattutto femminili: il loro ticchettio sui pavimenti viene odiato al pari dell'abbaiare dei cani. Insieme, tacchi e latrati costituiscono l'ogetto del contendere nel 50% dei casi segnalati all'Anammi. Poi ha recentemente scalato posizioni il ruomore della lavatrice in funzione: per il 18% degli inquilini la causa va ricercata nel risparmio energetico, che costringe le famiglie ad approfittare delle offerte low cost applicate a tariffe serali e nei giorni festivi. Risultato, addio pace negli orari solitamente dedicati al riposo.



Immancabile il volume alto della televisione: una volta era un must delle contese del pianerottolo, ora sono scivolate al 16%: la tv infatti viene vista sempre più spesso da una popolazione anziana, che tende ad alzare la manopola per problemi di udito. La maleducazione fa il resto. «Infine si registra una tendenza a tollerare sempre meno i giochi infantili - dice Giuseppe Bice, presdente Anammi -. Quando la lite scoppia, vuol dire che la pazienza è ai limiti».
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Maggio 2015, 07:59
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