Squali amputatati e rigettati in mare per mangiarne le pinne: la campagna per pfermare il massacro
di Remo Sabatini
Che cos'è lo shark finning? La barbara pratica, da anni controllata dalle mafie, è nata per soddisfare l'enorme richiesta del mercato alimentare orientale (e non solo). Prevede che lo squalo, una volta tirato a bordo, venga privato delle pinne (anche la caudale) per poi, ancora vivo e subito dopo, ributtato in mare, destinato ad una fine orribile.
Tutto, per la preparazione di una insipida zuppa che, non fosse infarcito da una quantità di spezie, non saprebbe di alcunché.
La Campagna di protesta Silence of the Sharks vuole tornare a denunciare al mondo tutto questo. E stavolta, per farlo, utilizzerà il medesimo elemento vitale degli squali, l'acqua. Ideata e prodotta dal noto fotografo subacqueo David Pilosof, vedrà coinvolti centinaia di sub che, dalle più svariate località del mondo, si sono già dati appuntamento sott'acqua, sul relitto di una grande nave immersa sui fondali di Eilat, in Israele, il prossimo ottobre. Il progetto, che David sta portando in giro per il mondo, vede la presenza anche del nostro Paese con Remo Sabatini, studioso del mondo marino, che Pilosof ha chiamato a collaborare. Un oceano senza squali è impensabile. Lontani mille miglia dai vecchi cliché cinematografici che continuano a dipingere mostri marini improponibili, lo squilibrio che l'assenza dei predatori per eccellenza significherebbe per la salute degli oceani, sarebbe di estrema gravità. Così, lo squalo, più vecchio dei dinosauri e ad essi sopravvissuto, oggi è in grave pericolo. Sta a noi proteggerlo per salvaguardare la vita stessa degli oceani che, non dimentichiamolo, è anche la nostra. Muti, gli squali non emettono suoni, non hanno voce. Con Silence of the Sharks saremo noi a dargliela.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Febbraio 2017, 15:47
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