#Metticiltuomuso, la petizione contro gli animali
esposti in vetrina -FOTO

#Metticiltuomuso, la petizione contro gli animali esposti in vetrina
In vetrina, esposti come un profumo, un vestito o un giocattolo. Ma i nostri amici animali, non sono peluche, giocattoli da esporre in vetrina, ma esseri viventi che meritano rispetto, adeguate cure ed un trattamento che salvaguardi, in ogni circostanza, il loro benessere psicofisico. Nonostante i tanti passi avanti fatti nella tutela degli animali domestici - come la modifica dell’Articolo 514 del Codice di Procedura Civile che vieta il pignoramento degli animali da affezione, ottenuta proprio grazie alla petizione lanciata da Tessa Gelisio lo scorso anno - all’atto pratico la legge italiana, almeno a livello nazionale, continua a considerare gli animali da compagnia come “cose”, oggetti appunto da esporre in vetrina per un fine commerciale. Tessa Gelisio – ambientalista e blogger di Ecocentrica.it, storico volto di Pianeta Mare, conduttrice di Cotto e Mangiato e In Forma con Starbene – ha deciso così di chiamare nuovamente all’azione gli oltre 25 milioni di Italiani che vivono con un animale domestico e, più in generale, tutti coloro che amano gli animali – lanciando una nuova petizione sulla piattaforma online change.org, #metticiltuomuso.

Una nuova petizione per chiedere al Governo, ed in particolar modo ai Ministri Galletti, Lorenzin e Orlando, di non considerare più gli animali domestici come semplici oggetti, ma di modificare la Legge Quadro n. 281/91 sulla tutela degli animali d’affezione introducendo un nuovo comma per vietare di esporre gli animali d’affezione nelle vetrine degli esercizi commerciali o all’esterno degli stessi. Inoltre, nella petizione si richiede anche che venga previsto il divieto di vendita di cani e gatti di età inferiore ai 2 mesi. Per la legge italiana, infatti, un cane o un gatto possono essere tranquillamente esposti nelle vetrine dei negozi specializzati – o venduti piccolissimi - come un qualunque altro bene commerciale non tenendo in nessun conto il fatto che si parla di esseri viventi e non di oggetti. In alcune regioni e comuni, esiste già una normativa che vieta l’esposizione degli animali d’affezione, ma moltissime, forse la maggioranza, sono ancora le città, le provincie e i comuni italiani che permettono l’esposizione in vetrina dei nostri amici a quattro zampe come Venezia, Trani, Grosseto e Vercelli, solo per citarne alcune.

E’ quindi necessario introdurre una legge a livello nazionale che tuteli i diritti degli animali nei negozi. “Gli animali – dichiara Tessa Gelisio – sono esseri viventi con esigenze che devono essere rispettate in tutte le circostanze anche in caso di loro commercializzazione. Nella maggior parte dei delle regioni italiane è ancora possibile esporre gli animali nelle vetrine dei negozi. Questo accade nonostante venga fortemente sconsigliato da veterinari e comportamentisti: gli animali infatti, in questo modo, vengono sottoposti a forti stress, senza la possibilità di sottrarsi al caldo, al freddo, ai rumori. Inoltre, spesso vengono tenuti in condizioni di scarso benessere fisico, in spazi troppo ristretti, spesso sovraffollati e con pochissima igiene. Per questo chiediamo con la petizione #metticiltuomuso di modificare la legge nazionale per impedire che gli animali vengano esposti in vetrina e che vengano venduti cuccioli di cane e gatto di età inferiore ai due mesi”. Centinaia, in effetti, le segnalazioni dei followers arrivate da tutta Italia che hanno scritto a Tessa Gelisio per denunciare esercizi commerciali che espongono gli animali in vetrina. A Bari un ragazzo ha segnalato un negozio che vende illegalmente cani stranieri, spesso malati, e tenuti in pessime condizioni igieniche.

Da Messina, una signora ha scritto per segnalare alcuni negozi dove gli animali - cani, gatti ma anche uccelli e conigli - vengono esposti a vento, pioggia o troppo sole e rinchiusi in gabbie piccole e sporche sul marciapiede. Da Pesaro un’altra donna ha scritto per segnalare che nel negozio di animali di un centro commerciale criceti e cavie vengono tenuti in gabbie piccolissime da 30 centimetri ed esposti alle intemperie. E ancora segnalazioni da Napoli, Verona, Udine, Trieste e la lista potrebbe essere interminabile. Di contro esistono “realtà virtuose” come la regione Valle d’Aosta e la Lombardia che possono considerarsi a tutti gli effetti regioni “pet friendly”: in Lombardia, ad esempio, da tempo è stato stabilito – tramite l’Art. 105, comma 2, lettera D della Legge Regionale – il divieto di “esporre nelle vetrine degli esercizi commerciali o all’esterno degli stessi tutti gli animali d’affezione” intendendo per quest’ultimi quelli che “stabilmente od occasionalmente convivono con l’uomo”. Mentre in Valle d’Aosta, la Legge Regionale n. 37/2010 stabilisce altresì il “divieto di destinare al commercio o esporre cani o gatti di età inferiore ai due mesi”. “Le norme italiane che regolano la vendita di animali da affezione - spiega Michele Pezone, avvocato e Responsabile Diritti Animali di Lega Nazionale per la Difesa del Cane – sono frammentarie, e contenute in disposizioni comunali o regionali, mentre manca una legge nazionale che renda uniforme la disciplina su tutto il territorio italiano. Il divieto generalizzato di esposizione di animali in vetrina sarebbe un ulteriore importante passo verso il riconoscimento di una vera soggettività degli animali ”.

UN ESERCITO DI 60 MILIONI DI…AMICI A QUATTRO ZAMPE Nel nostro Paese sono oltre 60 milioni gli animali domestici che vivono stabilmente in famiglia: come dire, quasi un animale domestico a persona, e la loro diffusione varia in base alla composizione dei nuclei familiari: su 60,5 milioni di esemplari, infatti, i cani sono presenti nel 55,6% delle case, contro il 49,7% dei gatti. Chi vive da solo preferisce solitamente i gatti (65%) rispetto ai cani (22%), mentre nelle famiglie, dove sono presenti anche dei figli, avviene il contrario. La presenza di entrambi gli animali si ferma al 13% nelle famiglie mono componenti, una media che sale invece nei nuclei composti da più persone (fonte: Iri Information Resources 2014). Inoltre, nonostante la crisi, la spesa per gli alimenti per cani e gatti nel Bel Paese è salita del 2,1% nel 2014, per un totale di un miliardo e 735 milioni di euro di fatturato. Gli italiani non sembrano badare a spese neanche per gli accessori come giochi, guinzagli, cucce, ciotole, gabbie, trasportini, prodotti per l'igiene e per la cosmesi con un incremento del 2,4% delle spese. Inoltre, mensilmente, oltre il 50% di italiani possessori di un pet dichiarano di spendere in media circa 30 euro al mese (ovvero circa 1 euro al giorno) per il fabbisogno nutrizionale, igienico e sanitario dell’animale; il 32,8% arriva fino a 50 euro mensili; ma c’è anche un 10,9% che dichiara una spesa fino a 100 euro al mese e un 2,1% delle famiglie che arriva a spendere fino a 200 euro mensili (fonte: Eurispes 2014).

LA NECESSITA’ DI TUTELARE FIDO E MICIO #metticiltuomuso Alcuni passi in avanti per garantire maggiore tutela agli animali si stanno facendo sia in Italia che in Europa – dall’introduzione di pene per il maltrattamento, l’uccisione e il traffico illecito degli animali, fino all’inasprimento delle pene per chi abbandona animali domestici – eppure, ancora oggi nel nostro Paese, gli animali da compagnia sono considerati un oggetto da mettere in vetrina.
Con la petizione #metticiltuomuso, che si avvale del Patrocinio della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, si chiede, dunque, alle Istituzioni di fare un passo in più e evitare che gli animali siano oggetti da esporre nelle vetrine dei negozi. Per sostenere la petizione basta sottoscriverla online sulla piattaforma change.org.

Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Aprile 2016, 15:58
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