Lotta al cyberbullismo, «sì al patentino per il web». Il 55% dei ragazzi favorevoli alla proposta della polizia

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di Valeria Arnaldi

Più consapevoli dei pericoli del web, ma anche coscienti di essere a rischio. È addirittura il 55% degli adolescenti a dirsi interessato a prendere un patentino per l'uso sicuro dei social e della Rete, qualora fosse introdotto. Uno su quattro ritiene che dovrebbe essere obbligatorio. Ed è uno su tre, nella fascia 11-13 anni. A misurare l'interesse dei ragazzi è una ricerca condotta per la Polizia di Stato da Generazioni Connesse - Safer Internet Center Italiano, coordinato dal Miur - curata da Skuola.net, Università di Firenze e Sapienza Università di Roma - Cirmpa, su 2475 adolescenti delle scuole secondarie. E proprio la sicurezza online, oggi, in occasione del Safer Internet Day sarà al centro di #Cuoriconnessi, evento sulla lotta contro il cyberbullismo, dedicato agli studenti, alle 10 in diretta streaming su sito e canale Youtube della Polizia di Stato e su cuoriconnessi.it. Al web-incontro, a cui parteciperà tra gli altri il Capo della Polizia Franco Gabrielli, si collegheranno 200mila ragazzi. Il nuovo libro #cuoriconnessi. Cyberbullismo, bullismo e storie di vite online. Tu da che parte stai? sarà distribuito gratuitamente nei punti vendita Unieuro, consultabile negli uffici della Polizia Postale nei capoluoghi di regione e scaricabile dai siti di Polizia e iniziativa.

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Nunzia Ciardi, direttore della Polizia postale, spiega: «I ragazzi cominciano a rendersi conto che i rischi online possono essere tanti, e avere una formazione che li faccia sentire più padroni del mezzo li rassicura, perciò guardano in modo favorevole al patentino. La pandemia - dice ancora Ciardi - sta facendo pagare un prezzo altissimo ai giovani in termini di restrizioni alla socialità. Restare connessi per loro è importante, non bisogna demonizzare la Rete, ma la maggiore presenza online in questo periodo ha moltiplicato anche i rischi».


LE CIFRE
Dai dati della Polizia Postale relativi al 2020 emerge che i casi trattati di vittimizzazione dei minori per reati come pedopornografia, adescamento, cyberbullismo, sextortion, truffe online, furto di identità digitale sono saliti del 77% rispetto al 2019. E quelli relativi alla pedopornografia online addirittura del 132%, con un aumento del 90% per indagati. Si abbassa l'età delle vittime. Per il web-adescamento, nella fascia fino a 9 anni, nel 2020 sono stati denunciati 41 casi: erano 26 nel 2019, 14 nel 2018. Anche la sextortion cresce tra i giovanissimi: nel 2020 ci sono stati quattordici casi nella fascia 0-13 anni, erano due nel 2019. Non solo: quattro dei quattordici erano nella fascia 0-9, dove l'anno precedente non si erano registrati episodi.
Aumentate pure le segnalazioni di casi con vittime minori giunte al Commissariato di P.S. Online, +42% rispetto al 2019, e di spazi web con materiale pedopornografico, +23%.
Sono gli stessi giovani a guardare con più preoccupazione il web.

Per il 40,5% degli adolescenti, la soglia per accedere autonomamente ai social dovrebbe essere 14 anni, il 14,5% aspetterebbe i 16. Il 4,5% vieterebbe l'accesso autonomo prima dei 18. Attenzione però, il 22,5% abbasserebbe l'età a undici anni. Quasi la metà dei giovani tra 14 e 17 anni vieterebbe l'accesso ai più giovani. Per il 59%, i più piccoli spesso non pensano alle conseguenze delle loro azioni.

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I CONSIGLI
Non mancano consigli alle piattaforme social per le modalità di controllo. Se è vero che un adolescente su cinque considera sufficienti le raccomandazioni, uno su tre sostiene il controllo del documento di identità e l'uso di sistemi di identità digitale certificata. Si guarda pure all'Intelligenza Artificiale. E uno su cinque pensa al patentino. «La Rete è un mondo difficile da governare - conclude Ciardi - Occorre educare i ragazzi ma anche i genitori. Il tema è culturale. Non basta la repressione, serve la prevenzione».


Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Febbraio 2021, 09:57
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