Scuola, Cts favorevole: niente distanziamento per gli alunni vaccinati

Scuola, Cts favorevole: niente distanziamento per gli alunni vaccinati

di Lorena Loiacono

In classe con i libri sul banco e il green pass nello zaino. Si valuta la possibilità di evitare il distanziamento nelle aule di scuola se la copertura vaccinale sarà adeguata. Mancano solo due mesi esatti, in alcune regioni anche meno, al momento in cui gli studenti italiani torneranno in classe. Sempre che riescano a farlo. Il rischio infatti è che si ritrovino, per il terzo anno consecutivo, ancora una volta online. Con i banchi monoposto che si intravedono solo dallo schermo del computer, mentre si ascolta la lezione del professore da remoto. Non è quello che vuole il premier Draghi e, come ribadito più volte, non è certo l’obiettivo del ministro all’istruzione Bianchi che vuole rivedere in classe tutti gli studenti al 100%. 

Ma non sarà semplice, le difficoltà dello scorso anno sono sempre le stesse. Ancora una volta il problema riguarda i ragazzi delle superiori che hanno trascorso l’ultimo anno di scuola tra presenza, poca, e distanza, troppa. Il rispetto del distanziamento di un metro, infatti, nei mesi scorsi ha fatto sì che fossero necessari i turni in classe. E ora potrebbe essere confermato anche per settembre prossimo, come anticipato dal Comitato tecnico scientifico. L’unica soluzione possibile, per gli esperti, risiede nei vaccini. Il ministro Bianchi ha invitato tutti a sottoporsi alla vaccinazione, sia i docenti sia gli studenti. Perché l’unica vera soluzione resta quella. Ma la strada è tutta in salita: tra il personale scolastico resta no-vax un 15% che, evidentemente, se non si è vaccinato finora significa che non ha intenzione di farlo. Le percentuali salgono e scendono ovviamente tra regione e regione, la situazione non è identica in tutta Italia. Per quanto riguarda invece gli studenti la campagna è ancora nettamente indietro sui tempi, considerando che si tratta per lo più di minorenni, visto che in una scuola superiore solo i ragazzi del quinto anno sono maggiorenni, occorrerà convincere i genitori. 

Ma se il ministero invita a vaccinarsi vuol dire che il green pass potrebbe funzionare anche per aprire le scuole: il Comitato tecnico scientifico è stato interpellato dal ministero dell’istruzione proprio su questo aspetto e a giorni si dovrà esprimere.

Rispetto ad un anno fa, fermo restando che non ci saranno spazi aggiuntivi per mettere in pratica il distanziamento, il fattore vaccini potrebbe incidere sulle regole anti-covid. E allora tra gli scenari possibili c’è l’individuazione di una soglia di copertura vaccinale oltre la quale il distanziamento non serve più. Si tratterà di valutare regione per regione, quindi non su base nazionale perché le realtà territoriali sono molto differenti, e decidere che le scuole possono aprire al 100%. Ad esempio: se viene indicata al 70% la soglia di sicurezza e nel Lazio viene raggiunta, lì le scuole apriranno senza distanziamento. Magari con la mascherina ma senza imporre turni in presenza e a distanza. 

Il calcolo dovrà avvenire su una media territoriale e non per singola scuola o singola classe perché i dati sulla vaccinazione rientrano nella tutela della privacy. Per questo cresce il pressing sull’obbligo vaccinale, tra i docenti, che potrebbero rischiare la sospensione dal servizio qualora si rifiutassero di vaccinarsi: esattamente come accaduto tra i sanitari. C’è da dire però che la scuola italiana non può permettersi di sospendere il 15% del personale perché non saprebbe come sostituire gli assenti. O, comunque, si creerebbe un problema enorme per reperire i supplenti di docenti e bidelli da portare in classe. 

Sarebbe necessario giocare di anticipo per arrivare il 1° settembre senza defezioni dell’ultimo minuto. Potrebbe quindi tornare utile anche l’opera di convincimento al vaccino, messa in atto con l’aiuto dei medici di famiglia, anche per alleviare i disagi organizzativi. Anche perché le prossime settimane estive si preannunciano roventi, proprio dal punto di vista organizzativo: in attesa che il Comitato tecnico scientifico si esprima sul distanziamento tra i banchi con la copertura vaccinale,le scuole fanno i conti con gli spazi. 

E i conti, come un anno fa, non tornano. Gli enti locali, vale a dire i Comuni e le Città metropolitane, non mettono a disposizione nuove aule. Inspiegabilmente dai vecchi edifici pubblici, inutilizzati, non escono nuovi spazi da assegnare agli studenti. Come del resto non uscirono un anno fa con l’allora ministra Azzolina. 

 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Luglio 2021, 13:09
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