Ma non è detto che tutto resti così. La nuova normativa scolastica, legata al Covid, prevede infatti la possibilità di nuove chiusure con cui i genitori dovranno necessariamente fare i conti. Nel caso in cui in una scuola si presenti un caso di positività al virus, i medici valuteranno la quarantena. Nella maggior parte dei casi finirebbe in isolamento, quindi a casa, almeno la classe dello studente risultato positivo.
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LE NECESSITÀ
Ma se l'alunno ha avuto contatti con altre classi, andrebbero tutti in quarantena per 14 giorni. A quel punto però, soprattutto nel caso di bambini delle materne ed elementari, i genitori come potrebbero organizzarsi? La didattica si sposterebbe online ma di certo i piccoli non potrebbero restare a casa soli. Si sta discutendo in queste ore, nell'esecutivo, della necessità di prevedere congedi retribuiti e diritto allo smart working per i genitori in caso di malattia o della quarantena di un bambino. «La priorità - ha spiegato la ministra per la famiglia, Elena Bonetti - è riportare i bambini a scuola restituendo loro il diritto primario ad un luogo ed una comunità educante. Alla politica e a tutto il Paese compete la responsabilità di aiutare i nuclei famigliari agevolando il ritorno a scuola nel modo più certo, stabile, sicuro per le famiglie».
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Se in una scuola c'è un caso sospetto, ad esempio, è necessario avviare verifiche veloci, per averne l'esito in giornata ed evitare allarmismi tra le famiglie della stessa scuola. «Vanno garantiti - ha aggiunto la ministra Bonetti - anche percorsi dedicati, veloci, facilmente attivabili da parte delle famiglie, per far fare il tampone ai bambini nei casi di sospetto contagio». Ma oltre all'aspetto sanitario, a scuola ora si discute anche di organizzazione logistica. «Sono circa 20mila le classi da sistemare in base alle regole del distanziamento - spiega Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi - se non troviamo gli spazi, i ragazzi dovranno indossare la mascherina. Proveremo a fare una turnazione con le aule più grandi, per evitare che siano sempre gli stessi ad indossarla».
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Ieri il ministero dell'istruzione ha confermato la possibilità di sfruttare anche gli spazi delle scuole paritarie. Sul fronte degli organici, le singole scuole non sanno quanti insegnanti in più arriveranno e non possono organizzare gli orari. Il 1 settembre però le superiori riapriranno con i corsi di recupero per gli studenti promossi con insufficienze. «Ne ha bisogno almeno il 70% degli istituti - spiega Mario Rusconi, presidente Anp di Roma - e oltre uno studente su 4, ma non sappiamo ancora come organizzarci: la norma parla di attività ordinaria ma allora come vengono retribuiti i docenti? Abbiamo chiesto chiarimenti al ministero: se non è previsto un pagamento aggiuntivo sarà difficile fare lezione, se invece si tratta di corsi di recupero alla vecchia maniera dovremmo sfruttare il fondo di istituto, peraltro già esiguo».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Agosto 2020, 11:43
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