Le mascherine e il distanziamento mantenuti anche d’estate e la campagna vaccinale, che va avanti anche tra i giovani, stanno dando i frutti sperati: la curva epidemica sta scendendo. L’Italia, inoltre, è il Paese europeo in cui il virus circola meno. Ad assicurarlo è l’Istituto superiore di sanità ma adesso, con l’arrivo dell’autunno, l’allerta deve restare alta. Soprattutto perché in questa settimana sono tornati in classe circa 7 milioni di studenti e un anno fa fu proprio l’apertura delle scuole a mettere in ginocchio la capacità di tracciamento dei contagi. Non perché le infezioni avvenivano tra i banchi ma perché con la ripresa delle lezioni in presenza si rimette in moto un po’ tutto, coinvolgendo le famiglie, i trasporti pubblici e le attività extrascolastiche.
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La riapertura
La scuola è iniziata solo da pochi giorni ed è impossibile valutarne l’impatto: in questa primissima fase, infatti, il virus all’esterno sembra avere difficoltà a muoversi. In Italia più che altrove: «La situazione epidemiologica - ha spiegato Sergio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità - vede l’Italia ben collocata: il nostro Paese si caratterizza con la circolazione più contenuta in Europa, come mostrano i dati. Ciò riflette due elementi importanti: il mantenimento delle misure di contenimento e protezione, mai dismesse anche durante l’estate, e il fatto di aver raggiunto buoni livelli di copertura vaccinale, anche se migliorabili soprattutto nelle fasce d’età più alte. La curva epidemica è in decremento e l’indice di trasmissibilità Rt è sotto la soglia epidemica: ciò ci fa prevedere che anche nei prossimi giorni ci sarà una circolazione del virus stabile o in lieve diminuzione».
Se da un lato la lente di ingrandimento sta tenendo sotto controllo soprattutto la variante Delta, perché ha dimostrato di poter raggiungere velocemente anche i ragazzi, è anche vero che la campagna vaccinale sta mettendo in sicurezza anche le fasce di età più giovani frenando, di fatto, l’avanzata del virus: tra i 20 e i 29 è stata raggiunta, con la prima dose, la copertura del 78-79% mentre tra 16 e 19 anni, sempre con prima dose, si è arrivati al 76% e tra i 12 e i 15 anni al 55%. «È un dato in crescita, un messaggio di speranza - ha detto Brusaferro – i ragazzi sono attenti e consapevoli sulla vaccinazione, anche se hanno un minore impatto sulla mortalità e la probabilità di ricovero in terapia intensiva.
Sotto controllo
La scuola resta infatti l’obiettivo principale: è stata riaperta con tutti i ragazzi in classe al 100%, anche alle scuole superiori, e si farà di tutto perché restino tra i banchi il più a lungo possibile. Per ora la situazione è sotto controllo, con numeri in calo: «Per gli under12, 12-19 e over 20 il numero di casi è in diminuzione - ha spiegato i presidente dell’Iss - ottimo segnale per la riapertura scolastica e per le settimane che verranno. La curva rilevata negli ultimi 14 giorni registra una decrescita dei contagi». Ma per vedere gli effetti della riapertura degli istituti bisogna aspettare dieci o quindici giorni, tanto ci impiega il virus a contagiare e a farne vedere gli effetti. Quindi per fare i conti di quel che sta accadendo in questi primi giorni di scuola bisogna aspettare almeno una settimana. «Per il momento - spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma - sono qualche centinaia le classi in quarantena su un totale di 400mila: nella Capitale sono alcune decine». È possibile però che il dato sia destinato ad aumentare, soprattutto nelle classi sovraffollate o nelle aree dove i mezzi di trasporto pubblico viaggiano oltre la soglia massima consentita, pari all’80%.
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Settembre 2021, 09:17
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