Scuola, nessun rinvio: «Il 10 gennaio si torna fra i banchi»

Bocciata la proposta del governatore della Campania, Vincenzo De luca, ma sono ancora molti i nodi da sciogliere su come torneranno a scuola gli studenti

Scuola, nessun rinvio: «Il 10 gennaio si torna fra i banchi».

Nessuno slittamento per la riapertura delle scuole. Dopo le vacanze di Natale, gli studenti torneranno in classe, come previsto, il 10 gennaio. A farlo sapere sono le fonti del governo che, di fatto, bloccano sul nascere la proposta fatta dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che aveva chiesto la ripresa delle attività scolastiche con 20 o 30 giorni di ritardo per «contenere il picco dei contagi».

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Dello stesso avviso era il governatore della Toscana, Eugenio Giani, secondo cui un rinvio sarebbe stato ragionevole per evitare che i dati di contagio «così alti» potessero subire un'ulteriore impennata. Ma il governo ha deciso diversamente e, adesso, in molti si chiedono come avverrà il rientro in classe.

L'idea paventata nei giorni scorsi di tenere in didattica a distanza i non vaccinati, all'inizio sembrava  aver riscosso il favore politico di politici e presidi, ma oggi sembra molto meno popolare. La proposta degli assessori regionali, infatti, ha riscontrato la protesta formale dei sottosegretari Sasso e Florida che hanno avanzato l'ipotesi di una discriminazione nei confronti degli studenti non vaccinati.

Anche i presidi hanno espresso la loro posizione contraria: «Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per fare tamponi agli studenti in vista della riapertura delle scuole - ha dichiarato il capo dell'associazione nazionale presidi Antonello Giannelli -. Sarebbe questa la misura da attuare, la cosa migliore dopo le feste, ma a pochi giorni dalla riapertura non abbiamo riscontri. Noi come Anp siamo contrari a mettere in Dad i ragazzi non vaccinati perché sarebbe una discriminazione. Se la proposta è questa o rimandare gli ingressi vuol dire che la scuola farà le spese di una serie di mancanze. Di questo passo si rischia la distruzione del settore». 

Di parere contrario il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, «se decidiamo di tenere aperte le scuole, bisognerà chiudere qualcos'altro perché non abbiamo tanti margini per far circolare il virus».

A una settimana esatta dalla data decisa per la riapertura delle scuole sono ancora molti i nodi da sciogliere.

Gli studenti torneranno in classe, ma ancora non è chiaro con che modalità e come sarà garantita la loro sicurezza e quella dei loro cari. Il tema della riapertura delle scuole è sicuramente quello che terrà più banco nei prossimi giorni. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Gennaio 2022, 19:03
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