Scuola, come sarà la ripartenza: tra mascherine e vaccino

Scuola, come sarà la ripartenza: tra mascherine e vaccino

La ripartenza della scuola in presenza per l’anno 2021/22 è uno degli obiettivi del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che dichiara: «Stiamo lavorando per aprire la scuola in presenza, senza se e senza ma».Volontà che si scontra con il rischio di una campagna vaccinale ancora da terminare per docenti e studenti. Si ipotizza, infatti, la possibilità di rendere obbligatorio il vaccino anti-Covid per tutti gli alunni e per il personale che frequenta le scuole italiane.

Quindi, l’idea di tornare a scuola a settembre con distanziamento e mascherine non è affatto esclusa, con la differenza di una campana vaccinale già ampiamente partita. Il problema principale, come si legge sul sito fanpage.it, sono i 200mila addetti del personale scolastico ancora non vaccinati, oltre agli studenti spesso in attesa di una dose.

«Non c’è l’obbligo di sottoporsi alla somministrazione – sostiene Bianchi -. Ricordo però che la Costituzione riconosce i diritti individuali ma anche la necessità e il dovere della solidarietà. Siamo in grado di vaccinare tutto il Paese entro settembre, chi non lo vuole fare deve esprimerlo di fronte al Paese, ma si deve porre anche il problema della comunità, perché il Paese non riparte se non c’è il senso di responsabilità collettiva che è il cuore stesso della scuola».

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La soluzione più logica da adottare sarebbe quella di rimandare l’inizio delle lezioni per permettere a tutti di vaccinarsi, come ha ipotizzato il presidente del Veneto Luca Zaia. «Abbiamo fatto una delibera aperta per spostare la data» ha dichiarato proponendo a fine settembre la ripartenza della scuola.

Sulla questione interviene anche Rossana Sasso, il sottosegretario all’Istruzione, che dichiara: «Limitarsi a dire che l'avvio dell'anno scolastico sarà con mascherine e distanziamento, quindi esattamente come nel 2020, non è sufficiente.

Chiediamo chiarezza alle autorità sanitarie e al Comitato Tecnico Scientifico: ad esempio il tema del monitoraggio e del tracciamento del virus. I tamponi salivari, ideali soprattutto per i più piccoli data la loro scarsa invasività, sono stati autorizzati dopo una lunga fase di attesa, ma poi si è lasciato che le amministrazioni locali procedessero in ordine sparso senza indicazioni precise».

C’è chi, invece, grida all’obbligo di vaccini per il personale Ata e tutti i docenti. «Il 15% del personale scolastico, - sostiene l’ex coordinatore del Cts, Agostino Miozzo - oltre 200mila persone, non ha ricevuto nemmeno una dose. Io sarei per un obbligo generalizzato». Obbligo, però, ora “non applicabile”.


Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Luglio 2021, 12:09
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